Un vicolo buio, La mia prima fanfic...tremate!!!

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Shiho_Haibara
view post Posted on 16/2/2008, 23:25





Uauuuuuhhhhhhhhh!!!!! Che bello!!!!!!!!!!!
La cosa si fa interessante...e sempre piu intrigante!!! Gin che chiede di Conan...
Posta, posta!!!

CITAZIONE
‘Cool Guy, devi darmi ascolto...io per molto tempo l’ho voluta morta, ma adesso...non voglio pensare a ciò che potrebbe succedere se Sherry leggesse tutte le informazioni contenute in quel CD...se leggesse del reale scopo delle ricerche e dei suoi genitori...ti prego Cool Guy, non dirle niente!’ pensò la donna, poi scosse la testa e accelerò.

questa frase non l'avrei mai immaginata detta dalla Belmotta!
 
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Belmot
view post Posted on 22/2/2008, 21:13




Grazie mille Shiho_Haibara! Eh già, in questa fic i piani della Belmotta potrebbero essere molto diversi da quello che ci si aspetta...
Comunque ecco qua, dopo un'eternità che non aggiorno, il 9° capitolo:

09) UN ALLEATO
“Con me? E cosa mai vorresti chiedermi?” chiese Vermouth. Gin sorrise.
“Voglio sapere se ti ricordi di quel moccioso che abbiamo incontrato quando stavamo per uccidere il detective Mouri” disse poi. Vermouth lo guardò sorpresa, cercando però di non dare a vedere la sua preoccupazione per Cool Guy.
“Mmm, si, mi sembra vagamente di ricordarlo...era un bambino con i capelli neri e gli occhiali” rispose poi.
“Bene, secondo me quel ragazzino potrebbe essere stato coinvolto anche in questo piano. Io ho il sospetto che sia stato lui a piazzare quella micro-spia addosso ad Akamoto per conto dell’FBI” disse Gin.
“Quel bambino? Non ti sembra di esagerare? Potrà avere massimo 6 o 7 anni, non credi che Akamoto si sarebbe accorto se fosse stato lui a mettergli la micro-spia addosso? E poi non ti sembra strano che quelli dell’FBI deleghino un bambino a fare un lavoro così rischioso?” chiese Vermouth sorridendo, cercando di sembrare stupita dal fatto che il suo collega potesse anche solo pensare ad una cosa del genere.

Lui la guardò. Aveva recitato alla perfezione, non gli era sembrato che stesse fingendo, ma ne voleva avere comunque un ulteriore conferma.

“Beh...sarebbe una cosa strana, ma sai bene che l’FBI farebbe di tutto pur di prenderci. Non si è forse servita del detective Mouri secondo la tua teoria?” chiese.
“Si, infatti, ma Mouri è un detective e può anche essere che collabori con l’FBI, ma non ti sembra esagerato sospettare di un bambino?” chiese allora Vermouth. Doveva fare di tutto per convincerlo. Gin la guardò ancora per qualche altro istante negli occhi, poi si voltò.

“Forse hai ragione...è molto probabile che l’alleanza di Sherry con un qualche detective mi stia stressando un po’ troppo...muoio così tanto dalla voglia di scoprire chi è costui e di ucciderlo da pensare che possa essere chiunque!” disse digrignando i denti e sedendosi nuovamente sulla poltrona.
“Coraggio, un giorno riusciremo a scoprirlo, anche se..., se Sherry lo ha scelto come aiutante non sarà di certo un’incapace...Nel frattempo ti conviene rilassarti un po’, altrimenti poi non avrai più energie” disse lei, avvicinandosi al killer e iniziando a massaggiargli le spalle, cercando di distoglierlo dai pensieri che avevano attraversato la sua mente.

L’aveva convinto, ce l’aveva fatta, ma per quanto ancora avrebbe potuto coprire il suo Silver Bullet? Era un lavoro rischioso il suo. Era molto abile a recitare, vero, ma Gin non era stupido e avrebbe dovuto fare molta attenzione d’ora in avanti se non voleva farsi scoprire e ottenere ciò che aveva desiderato da tempo...

“Sarà meglio informare il Capo del cambiamento del piano” disse poi la donna, cambiando discorso.
“Si...ma c’è tempo...” rispose lui.

***

“Uffa, non siamo riusciti a trovarli benché abbiamo setacciato tutta l’area!” disse Conan sbuffando. Era seduto sul sedile posteriore dell’auto di Akai, e lui insieme a Jodie erano invece seduti su quelli anteriori.
“Dopotutto lo immaginavamo...quelli la non sono degli sprovveduti e sanno bene come nascondersi, io ne so qualcosa” disse Akai.
“In ogni caso, Cool Kid, adesso è meglio se ti riportiamo dal dottor Agasa, è tardi. Noi continueremo le ricerche ancora per un po’, andremo a casa di Akamoto, dopodichè rientreremo anche noi alla base” disse Jodie.
“Si, ha ragione...se scoprite qualcosa, potete informarmi, per favore?” chiese il detective.
“Mmm, d’accordo, anche se io mi domando come mai un bambino come te sia così interessato a questo genere di casi, è molto pericoloso” disse Shuichi.
“Eheh, sa com’è...a forza di stare con il detective Mouri mi sono appassionato anch’io, e poi ormai ci sono dentro” disse Conan, mentre nella sua mente si materializzava l’immagine di un Kogoro ubriaco, che venne poi subito sostituita da quegli uomini...

Sentì le palpebre pesanti...forse il dottor Agasa aveva ragione, era davvero molto stanco. Si toccò la fronte con una mano. Si sbagliava o era più calda del normale?
‘No, è una mia impressione, e poi questo non è il momento per ammalarsi’ pensò.
Scosse la testa e si concentrò sul paesaggio dal finestrino dell’auto. Stavano arrivando. Akai accostò l’auto e Conan ne scese. Finalmente erano arrivati all’hotel in cui alloggiava.

“Bene, a presto Cool Kid, se scopri qualcos’altro facci sapere anche tu” disse Jodie.
“Si, certamente, arrivederci” disse Conan, prima che l’auto ripartisse.
‘Bene, adesso devo trovare un buon posto dove nascondere il CD...ho l’impressione che Haibara e il dottor Agasa stiano sospettando qualcosa...non so ancora perché Vermouth mi abbia detto di non mostrarglielo, ma credo che lo scoprirò presto e che nel frattempo mi conviene darle ascolto’ pensò Conan, mentre saliva le scale dell’hotel in direzione della sua stanza.

“Sono tornato!” disse, bussando alla porta.
“Oh, Shinichi! Finalmente! Forza, prepara in fretta la tua valigia! Partiremo domattina presto e non ci sarà più il tempo di farlo dopo” disse il dottor Agasa, aprendogli.
“Si, d’accordo” disse Conan.

Si recò in fretta dove teneva i suoi bagagli e iniziò in fretta a sistemare i vestiti che si era portato per quei tre giorni. Arrivato a metà, dato che né Ai né il dottor Agasa lo stavano guardando, prese il CD dal giubbotto e lo sistemò fra i suoi indumenti.
‘Bene, qui dovrebbe essere ben nascosto’ pensò, per poi finire di preparare la valigia. La stanchezza stava avendo il sopravvento su di lui, e quando il dottor Agasa lo chiamò per andare a cena, non seppe neanche lui con che forza riuscì ad alzarsi dal lettino sul quale si era sdraiato e a scendere al piano di sotto al ristorante.
Passò tutta la serata a cercare di non addormentarsi, ma poi, di ritorno dal ristorante verso la stanza d’hotel, non ce la fece più, e tutto divenne buio...

***

Conan si risvegliò trovandosi disteso su un letto. Si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi.
“Ben svegliato, Kudo-kun” disse Ai vedendolo.
Il detective la guardò, realizzando di aver sognato tutto ciò che gli era successo in quei tre giorni.

“Uffa, mi sento ancora stanchissimo” disse il detective ristendendosi sul letto.
“Se vuoi puoi dormire ancora per un po’, anche se sono già le 4 di pomeriggio” disse la scienziatina.
“Che cosa?! Le 4! Accidenti, ma ho dormito tantissimo! Come mai non mi avete svegliato appena arrivati?” chiese lui.
“E’ semplice, per quei tre giorni non avevi dormito quasi per niente, e abbiamo pensato che se ti avessimo svegliato non ti saresti più voluto riposare come si deve...” disse Ai.
“Mmm, già, forse hai ragione...dimmi, la professoressa Jodie o qualcuno altro ha chiamato per darci nuove notizie?” chiese lui.
“Beh, Jodie ci ha chiamato, ma non sono riusciti a trovarli. Comunque sembra che Akamoto sia passato di casa prima di sparire per non si sa dove” rispose Ai.
“Mmm, capisco...è probabile che l’organizzazione lo stia nascondendo” disse Conan.
“Già, ma in ogni caso non lo terranno in vita se non sarà in qualche modo loro utile, dunque è probabile che sia impegnato in qualche loro missione” disse la scienziatina.
“Beh...si, è possibile...” convenne lui.
“Ah, quasi dimenticavo! Kogoro ci ha chiesto se potevi rimanere qui fino al ritorno di Ran...si tratta di altri 3 giorni” disse la scienziatina.
“Beh...se per voi va bene io accetterei...non riesco ad immaginare 3 giorni da solo con Kogoro!” esclamò Conan.
“Ok allora, vado a dirlo al dottor Agasa. Comunque se vuoi puoi rimanere ancora qui, verrò a chiamarti io quando sarà ora di cena” disse Ai.
“Haibara?” la chiamò Conan dopo che si fu voltata.
“Si?” chiese lei.
“Beh...io volevo sapere perchè...mmm, non niente, scusa...” disse poi, voltandosi e coprendosi con le coperte.

La scienziatina lo guardò sorpresa per alcuni secondi, con un cipiglio alzato, poi decise di lasciar perdere e uscì dalla stanza.
Era stato sul punto di chiederle come mai era così gentile con lui, e perché non gli aveva chiesto ulteriori dettagli sull’incontro con Vermouth, ma poi, temendo la sua risposta, aveva lasciato perdere.
Rimasto da solo, il detective iniziò a pensare a come si sarebbe dovuto comportare con il CD. Avrebbe dovuto seguire il consiglio della WIB e non dire niente a nessuno oppure avrebbe dovuto dire almeno al dottor Agasa o ad Heiji che lo aveva con se? Agasa almeno per il momento era da escludere...si sarebbe preoccupato troppo e avrebbe insistito per informare Haibara, mentre Heiji...
Già...Heiji, forse avrebbe dovuto confidarsi con lui. L’aveva sempre aiutato e gli aveva sempre dato dei buoni suggerimenti, forse insieme a lui avrebbe potuto capire il misterioso comportamento di quella donna.
‘Si...non appena sarò tornato a casa, chiamerò Heiji e guarderò con lui i dati del CD! Si, farò così’ pensò infine il detective, chiudendo gli occhi.

Ai lo svegliò qualche ora dopo per cenare, dopodichè ritornò a letto, solo che non avendo sonno e sentendo il dottor Agasa russare, passò quasi tutta la nottata a guardare il soffitto e a pensare all’organizzazione.

Il mattino dopo, insieme ai suoi coinquilini, andò alla centrale di polizia per testimoniare. Ad accoglierli fu l’ispettore Megure, che li fece accomodare nella stanza degli interrogatori e gli presentò un nuovo agente.

“Vi presento l’agente Takayama Yasuo, si è trasferito da poco alla nostra stazione di polizia, prima lavorava in quella di una città vicina” disse l’ispettore Megure.
“Molto piacere, mi hanno detto che avete più volte aiutato la polizia con le indagini. Spero che anche questa volta ci possiate essere d’aiuto per arrestare quel criminale” disse l’uomo.
“Si, certamente” rispose il dottor Agasa.

Conan lo guardò, mentre una strana sensazione lo assaliva. Non sapeva perché, ma gli sembrava di vedere qualcosa di familiare in lui. Si voltò verso la scienziatina, che lo stava guardando anche lei. Non riusciva a decifrare il suo sguardo, sembrava non provare la solita paura che la assaliva quando aveva di fronte qualcuno dell’organizzazione, ma era anche vero che gli aveva confessato di aver iniziato a perdere la capacità di riconoscerli a fiuto.
Il detective alla fine continuò a gettare delle occhiate all’uomo, promettendosi di tenerlo d’occhio fino a quando non sarebbero usciti dalla centrale e di indagare su di lui non appena se ne sarebbe presentata l’occasione.
L’interrogatorio si svolse normalmente, a parte il fatto che il nuovo agente fece loro più volte delle domande sugli uomini con Akamoto, insospettendo ancora di più il piccolo detective.

I giorni passarono in fretta, le vacanze di cui potevano usufruire gli studenti stavano per terminare, e così ritornò anche Ran e Conan si trasferì nuovamente a casa di Mouri.
Approfittando dell’ultimo giorno prima del rientro a scuola, Conan chiamò Heiji, e il detective di Osaka fu più che felice di andare a trovare l’amico e, per la gioia di Ran, portò con sé anche Kazuha.
Alla fine il gruppetto, al quale si aggregò anche Sonoko, convenne di andare al centro commerciale, e mentre le tre ragazze fecero un giro per i negozi approfittando dei saldi, Conan e Heiji poterono rimanere da soli, e il piccolo detective né approfittò per informare l’amico sugli ultimi avvenimenti.

“Senti Heiji, in realtà c’è anche un altro motivo per il quale ti ho chiamato...” iniziò Conan, quando i due si furono seduti al bar interno.
“Già, lo immaginavo! Fin dalla tua telefonata mi sei sembrato strano...centrano qualcosa gli uomini dell’organizzazione?” chiese Heiji.
“Beh, si...vedi, qualche giorno fa sono andato a fare una gita con il dottor Agasa e i ragazzi. Sono andato al parco vicino ai magazzini dove alcune settimane fa è scoppiato quel incendio in cui sono morte 3 persone” disse Conan.
“Oh, già! Ne hanno parlato molto al telegiornale, ma come mai ci sei voluto andare?” chiese il detective di Osaka.
“Semplice, Haibara ha riconosciuto i nomi di coloro che sono morti in quel incendio...erano tutti ex membri dell’organizzazione!” spiegò il piccolo detective.
“Accidenti! Chi lo avrebbe detto...adesso capisco, sei andato li per indagare, e se stai chiedendo il mio aiuto, ciò significa che hai scoperto qualcosa di importante, non è vero?” chiese Heiji sorridendo.
“Beh, si. Quando sono andato li, ho incontro un bel po’ di membri dell’organizzazione, direi. Primo tra tutti Toshiha Akamoto, un vecchio amico del dottor Agasa, colpevole dell’omicidio del proprietario del parco e anche dello stesso incendio” disse Conan.
“Cosa?! In TV non hanno detto nulla sul fatto che l’incendio non fosse stato un incidente!” esclamò Heiji.
“Lo so, perché non ho informato la polizia di questo. Ho messo al corrente di tutta la situazione solamente l’FBI, e a dire il vero neanche di tutti i fatti...” disse il detective di Tokyo.
“Non di tutti i fatti? E a me invece hai intenzione di dire tutto, Kudo?” chiese l’altro detective.
“Si, ho intenzione di dirti tutto...oltre ad incontrare Akamoto, che come dire...è un membro inferiore dell’organizzazione, c’erano anche Gin, Vodka e Vermouth” disse Conan.

“Gin e Vodka sono quelli che ti hanno ridotto così, giusto? Mentre Vermouth è la donna che ti ha risparmiato quella volta al porto, Chris Vineyard” disse piano Heiji.
“Si, esatto...e in realtà è proprio di lei che ti vorrei parlare...” disse il ‘bambino’.
“Come mai?” chiese l’altro.
“Beh...hai con te il portatile come ti avevo chiesto, non è vero?” chiese Shinichi.
“Si...e a dire il vero non riesco a capire come mai me lo hai fatto portare anche qui al centro commerciale!” esclamò Heiji.
“Vedi...quella donna mi ha dato questo” disse Conan, tirando fuori il CD dell’organizzazione.
“Cosa?! Non sarà...” esclamò il detective di Osaka sorpreso.
“Si, esatto. E’ un CD in cui sono presenti i dati sull’Apotoxin, il farmaco che mi ha fatto rimpicciolire” disse il liceale di Tokyo.
“Che cosa?! E perché mai quella donna se fa parte dell’organizzazione dovrebbe dartelo!” esclamò Heiji confuso.
“Non lo so...è anche per questo che ti ho chiamato. In ogni caso in questo CD non ci sono solo i dati del farmaco...ci sono anche molte altre informazioni sull’organizzazione stessa!” esclamò il bambino.
“Cosa?! Ma...che diavolo di intenzioni ha quella donna?!” esclamò Heiji.
“Non lo so...non ne ho idea ed è anche per questo che ti ho chiamato, per cercare di scoprirle!” disse Conan.
“Mmm, capisco...io comunque direi di controllare subito il CD, forse riusciremo a capire qualcosa in più, anche se immagino che sarà protetto...” disse il detective di Osaka.
“Si, credo di si...comunque Vermouth mi ha anche dato un suggerimento, mi ha detto che una delle passwords riguarda in un certo senso Akamoto” disse l’altro.
“Akamoto, eh? Mmm...che password potrebbe mai essere?!” chiese Heiji mentre accendeva il portatile e inseriva il CD.
“Non so...di Akamoto so solo che è un ingegnere e un membro basso nella gerarchia dell’organizzazione. E poi anche che è un amico del dottor Agasa...” disse Conan, poi un lampo attraversò la sua mente. |6278464|.
 
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Shiho_Haibara
view post Posted on 24/2/2008, 15:16




Billooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!
la cosa si fa interessante sempre di piu!!!
però a me heiji non è mai sembrato molto "affidabile", è un tantino troppo avventato XD!

Io ripongo fiducia in Vermouth!!

SPOILER (click to view)
scusa la domanda strana, Belmot; ma tu sei mascio o femmina???
 
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Belmot
view post Posted on 25/2/2008, 21:52




Beh, avventato un po' come anche ConanXD Grazie per il commento Shiho_Haibara, spero di aggiornare presto (in realtà il capitolo è già pronto ma lo devo rivedere).

SPOILER (click to view)
Femmina
 
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Shiho_Haibara
view post Posted on 25/2/2008, 23:12




si, ma cona da quando conosce Ai è diventato piu prudente mi pare...

SPOILER (click to view)
ah femm! te l'ho chiesto perchè a volte mi è sembrato di vedere scritte tipo "bravo" e cosi via...sara stato qualche errore! Allora adesso ti posso dire tranquillamente BRAVISSIIMA senza sbgliare!! XD!!
 
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Belmot
view post Posted on 3/3/2008, 18:57




Grazie Shiho_Haibara! Già, forse Conan da quando c'è Ai con lui un po' è cambiato davvero, e forse con il tempo cambierà anche di più!
Comunque, dopo un'eternità che non aggiorno, ecco qui:

10) LA PASSWORD
Un orologio con su scritta una sequenza di numeri passò in mente al detective di Tokyo.
“Ehi, Kudo, guarda, ci sono molte cartelle” disse Heiji all’amico.
Il piccolo detective guardò lo schermo del computer.
Il CD era un po’ diverso dagli altri oltre che per l’aspetto esteriore, anche per la capacità di dati.
All’interno vi erano diverse cartelle.
Conan ne vide una con su scritto ‘Apotoxin 4969...’, un’altra chiamata ‘Traditori’, un’altra ancora ‘Membri Secondari’, e poi ‘Piani’, ‘Ricerche’, ‘Black Ten’, ‘Boss’, ‘Miyano’...
Il suo sguardo si fermò a lungo proprio su quest’ultima cartella.
“Miyano...” disse piano.
“Miyano? Non è il vero cognome della bambina che sta a casa del dottor Agasa, Haibara?” chiese il detective di Osaka.
“Si, proprio lei...forse adesso capisco perché Vermouth non voleva che dicessi nulla di questo CD ad Haibara...forse qua dentro ci sono anche molte informazioni sulla sua famiglia!” esclamò Conan.
“Che cosa? Quella donna non voleva che tu mostrassi il CD ad Haibara?” chiese Heiji, ma ormai l’altro detective gli aveva già preso il computer e aveva cliccato sulla cartella.
‘Cartella protetta, inserire Password...’ comparve sul piccolo schermo del PC.
Conan recitò nella sua mente i numeri presenti sull’orologio e contemporaneamente li scrisse.
|6278464|.
“Perché hai scritto quei numeri? Hai capito forse qual è la password?” chiese Heiji, ma l’altro non lo ascoltava.
Premette invio e aspettò.
‘Accesso Negato, Password errata, digitare nuovamente:...’. Conan sbuffò.
Era sicuro che la password fosse quella!

“Calmati Kudo...quella donna ha detto che una delle password aveva qualcosa a che fare con Akamoto, si può sapere cosa significavano quei numeri che hai digitato? E comunque, potrebbe anche essere che la password che ti ha suggerito non si riferisca a questa cartella” disse Heiji.
“Già, forse...comunque quella sequenza di numeri non è altro che la password dell’armadietto di Akamoto dove c’era nascosto il CD” spiegò il piccolo detective.
“Beh, credo che forse sia meglio se mi racconti tutto quel che è successo nei dettagli” disse allora Heiji, intuendo che non gli sarebbe potuto essere utile se non sapeva esattamente ciò che era successo.

Il piccolo detective iniziò così a narrare i tre giorni in cui era stato in quel parco, mentre Heiji lo ascoltava attentamente senza dire una parola.

“Mmm...senti, dato che avevano dato un CD simile a questo ad Akamoto per fargli cercare dei traditori dell’organizzazione, non credi che forse la password di cui parlava Vermouth sia proprio quella riferita a quella cartella?” chiese Heiji dopo che il piccolo detective ebbe finito.
“Beh, si, può essere...adesso provo” disse Conan, facendo doppio click sulla cartella ‘Traditori’.
Si aprì di nuovo la finestra in cui bisognava inserire la password, e il piccolo detective digitò nuovamente la stessa sequenza di numeri.
‘Accesso Negato’.
“Accidenti! Ma come può essere? Non apre neanche questa cartella!” esclamò Conan, prima di ripetere la stessa operazione con tutte le altre, ma senza alcun risultato.
“Kudo...mi sembra di capire che la password non è quella...forse quella donna voleva solo prenderti in giro, oppure si riferiva a qualcos’altro” disse Heiji.
“Accidenti! Non posso credere che mi abbia preso in giro, ma non può neanche essere che la password si riferisca a qualcos’altro, insomma...non so nient’altro di Akamoto!” esclamò il piccolo detective.

La suoneria di un cellulare distolse l’attenzione dei due dal PC.
Heiji rispose al suo cellulare che stava ancora squillando incessantemente.

“Pronto?” chiese il detective di Osaka non appena ebbe risposto.
“Come sarebbe a dire pronto? Dove siete finiti? Avevate detto che ci avreste aspettato nell’atrio alle 17.00, ed è già da mezz’ora che vi stiamo aspettando!” gridò una voce femminile, spaccando i timpani al povero Heiji.
“Ah...eheh...Kazuha, noi abbiamo deciso di andare a prenderci qualcosa al bar, comunque adesso arriviamo, aspettateci la” rispose il detective, chiudendo in fretta la chiamata prima che la sua amica di infanzia potesse ribattere.
“Uff...accidenti Kudo, si è fatto tardissimo, conviene raggiungere le ragazze se non vogliamo farle arrabbiare!” disse Heiji, ma il piccolo detective ancora una volta sembrava non ascoltarlo.
Prima che potesse fare qualcosa, gli prese il cellulare di mano e allo stesso tempo prese dalla tasca dei suoi pantaloni un block notes e una penna.
“Ehi, Kudo, che diavolo stai facendo?” chiese il detective di Osaka, ma lui non gli diede ascolto e scrisse in fretta i numeri impressi sull’orologio che aveva trovato nei magazzini bruciati, sotto il suo sguardo sorpreso.

Accanto ai numeri, poi, scrisse le lettere dell’alfabeto inglese che corrispondevano sul cellulare agli stessi.
Heiji diede uno sguardo al block notes:
6 m n o
2 a b c
7 p q r s
8 t u v
4 g h i
6 m n o
4 g h i

“Eh? Che diavolo significa?” chiese il detective di Osaka sorpreso.
“Vedi, ho trascritto tutte le lettere dell’alfabeto inglese che sul tuo cellulare corrispondono alla sequenza di numeri che credevo fosse la password” rispose Conan.
“E perché l’hai fatto?...” chiese Heiji per poi interrompersi.
Aveva capito anche lui.

“Tu credi che la password sia composta dalle lettere corrispondenti a quei numeri?” chiese.
“Si, esatto!” rispose l’altro.
“Ma...insomma, non credo che tutte quelle lettere di fila possano costituire una password, anche perché è composta da un numero limitato di cifre” disse Heiji.
“Si, lo so...e infatti la password è composta solo da alcune di quelle lettere. All’inizio non lo credevo possibile, ma adesso ne ho anche la conferma!” esclamò Conan.

L’altro lo guardò sorpreso, mentre lui evidenziava per ogni numero una sola lettera.
6 m n o
2 a b c
7 p q r s
8 t u v
4 g h i
6 m n o
4 g h i

“Martini?!” esclamò Heiji quando ebbe letto le lettere di fila.
“Esatto, e come tu creda abbia capito, si tratta di un alcolico, che in un certo senso ha qualcosa a che fare con l’organizzazione, dato che tutti loro, o almeno i membri più importanti, dispongono di un nome in codice costituito da un vino” spiegò il piccolo detective.
“Mmm, potrebbe funzionare...” disse il detective di Osaka.
“Beh, in ogni caso non ci resta che provare” disse Conan.
“Già, forza” lo incitò Heiji.

Il piccolo detective digitò in fretta le 7 lettere e premette invio.
‘Accesso consentito’.
I due si guardarono e stavano per esultare, quando delle voci li fecero atterrire.
Conan chiuse in fretta il computer e si guardò intorno.

Tre ragazze sui 17/18 anni, li stavano guardando adirate.
“Si può sapere che diavolo ci fate qui con un portatile?” chiese, o meglio urlò Kazuha.
“Eh? Quale portatile?” chiese Heiji facendo finta di niente.
“Quello che nascondi dietro la schiena!!!” disse nuovamente Kazuha facendo per prenderlo.
“Oh, questo...eheh, niente, volevo fare vedere un nuovo gioco al piccolo Conan, non è vero?” chiese il detective di Osaka.
“Si, esatto” disse sorridendo.
“E questo nuovo gioco sarebbe in quel CD tutto nero?” chiese Ran sorpresa.
“Ah, beh ecco...ho comprato una nuova stampante in grado di stampare sui CD, e l’ho voluta provare su questa copia per renderla il più possibile simile all’originale, ma ho sbagliato e il CD è diventato tutto nero, eheh” disse Heiji, portandosi una mano dietro la testa e quasi facendo cadere il portatile, mentre Conan riponeva il CD nella tasca del giubbotto.
“Non ti vergogni Heiji? CD falsi! E dire che sei il figlio del questore della polizia di Osaka!” disse Kazuha.
“Guarda che ho anche l’originale, e comunque credo sia ora di andare, giusto? Non dovevamo andare alla pista di ghiaccio qui vicino?” chiese poi il detective di Osaka.
“Si, infatti! Stasera ci saranno i fuochi d’artificio, e in più ho sentito dire che ci sarà una squadra di pattinaggio di Tokyo che ha partecipato anche alle nazionali dei campionati universitari!” esclamò Kazuha.
“Già, e poi della squadra fa parte anche un ragazzo davvero molto carino! Si chiama Yoshihiko Ito, è anche il più bravo!” disse Sonoko.
“Tzk, si, va beh, come dite voi, forza, andiamo!” disse Heiji alzandosi di scatto e dirigendosi verso l’uscita del centro commerciale, seguito da Conan.
“Aspettateci accidenti! Non solo ci avete fatto aspettare per quasi un’ora, adesso ci lasciate anche indietro!” esclamarono le tre ragazze seguendoli.

Il gruppetto si recò dunque alla pista di ghiaccio, iniziando a pattinare in attesa dei fuochi d’artificio della sera.
“Che bello, dovevamo proprio venire qui!” esclamò Ran.
“Già, l’ultima volta che ci siamo venute da sole con il moccioso è successo un pandemonio, ricordi quel omicidio?” chiese Sonoko.
“Già, speriamo che non accada niente stavolta!” rispose l’amica.
“Accidenti! Davvero c’è stato un omicidio?” chiese Kazuha.
“Già, erano un gruppo che praticava insieme il tiro a piattello. Alla fine l’omicidio è avvenuto solo per un brutto malinteso...” ricordò Ran.
“Si, vero...” disse piano Sonoko.
“Mmm, meglio non pensarci! Forza, adesso siamo qui per divertirci! Andiamo alla ricerca di quella squadra di pattinaggio” disse l’altra ragazza di Tokyo.
“Giusto! Forza ragazze! Non vedo l’ora di farmi fare un autografo da Yoshihiko!” esclamò, o meglio gridò Sonoko, attirando l’attenzione di tutti, mentre intanto le altre due, imbarazzate, si allontanarono velocemente da lei.
“Ehi, aspettatemi!” esclamò Sonoko.

Intanto Heiji e Conan se ne stavano in disparte, cercando il momento opportuno per allontanarsi di più ed accendere nuovamente il PC.
“Accidenti, se ci allontaniamo se ne accorgeranno!” disse Conan.
“Beh, possiamo sempre dire loro che stiamo andando in bagno e se faremo tardi è perché ‘ci sarà una gran fila’” disse Heiji.
“Già, forse possiamo fare così” concordò l’altro.
“Bene allora, andiamo!”.

I due si guardarono intorno in mezzo alla folla.
“Accidenti, ma dove si sono cacciate? Non le vedo più, e dire che fino ad un secondo fa erano qui...” disse Conan.
“Mmm, non so...” disse Heiji, continuando a cercare le tre ragazze.

Ad un tratto il suo sguardo fu attirato da un gruppetto di veri pattinatori professionisti.
“Ehi Kudo, guarda la!” esclamò Heiji.
C’erano 4 pattinatori sui 20, 25 anni, 3 ragazzi e una ragazza.
Si trovavano al centro della pista, e dimostravano tutta la loro bravura facendo diversi salti e acrobazie.
Una gran folla si era radunata attorno a loro, ed Heiji in mezzo ad essa aveva scorto le loro tre amiche.

“Sono laggiù!” disse Conan vedendole a sua volta.
“Già, forza, andiamo” disse il detective di Osaka, facendosi largo con gran fatica fra la folla.
“Ehi, Kazuha! Io e il piccoletto andiamo un attimo in bagno” disse Heiji quando le fu arrivata alle spalle. Lei però non parve dargli retta.

Lei, Sonoko e Ran avevano infatti gli occhi puntati addosso ai 4, e sembravano non sentire nient’altro.
“Ehi, Kazuha? Terra chiama Kazuha. Toyama!!!” disse nuovamente il detective all’orecchio di Kazuha, facendola spaventare.
“Ehi, Heiji, smettila! Ti avevo già sentito...va pure dove ti pare, poi però cerca di tornare in tempo per i fuochi d’artificio” disse la ragazza, un po’ contrariata, continuando però a tenere gli occhi fissi sulle 4 star del momento.
“Mah, valla a capire...rimane imbambolata di fronte ad un gruppetto di pattinatori da quattro soldi...mah” disse Heiji un po’ alterato, dirigendosi verso la toilette con Conan.
“Beh, in effetti hanno ragione ad essere interessate a loro, sono molto bravi...” disse Conan.
“Sarà, ma io non ci trovo niente di speciale in quattro salti e piroette” sbuffò il detective di Osaka.
“Non è che sei geloso perché Kazuha fissava quel tipetto biondo?” chiese il ‘bambino’, mentre l’altro assunse una colorazione scarlatta e cercò di negare l’evidenza.

“Ehi Yoshihiko, dove stai andando?” chiese una voce.
Conan e Heiji si voltarono.

C’erano proprio due dei pattinatori di prima, e uno di loro era proprio quello a cui alludeva Conan.
“Vado un attimo al bar, Yamagishi. Per favore, non seguirmi, vorrei stare un po’ da solo, magari potremmo vederci più tardi, ok? Vorrei parlarti di una cosa” disse proprio lui.
“Ok, allora ci vediamo nella nostra stanza, a dopo” disse Yamagishi, e i due si divisero.

“Quei due hanno qualcosa di strano...” disse Heiji dopo aver sentito i loro discorsi.
“Non hanno niente di strano, Hattori. Ti sei solo fissato perché Kazuha e le altre li stavano osservando” disse Conan.
“Come, a te non interessa? Non ti da fastidio che anche Ran stia li a guardarli imbambolata come se fossero non so chi” chiese Heiji.
“Ran non è imbambolata a guardarli, e poi non c’è niente di male se guarda dei bravi pattinatori e in ogni caso, Hattori, ci sono delle questioni più importanti su cui concentrarsi al momento!” disse il detective di Tokyo, accelerando il passo e entrando nella toilette.

Heiji lo seguì, anche se era ancora un po’ scocciato.
Anche se non lo dava a vedere, teneva molto a Kazuha e gli dava molto fastidio vederla interessata a qualche altro ragazzo, specie poi se era famoso. Solitamente il detective di Tokyo in una situazione del genere si sarebbe comportato allo stesso modo, e la cosa gli parve un po’ strana, ma alla fine decise di non pensarci.
‘Basta, ci sono delle questioni più importanti per il momento, Kudo ha ragione’ pensò, distogliendo la sua mente da quei pensieri.

“Molto bene! Forza, rimetti il CD e apriamo la cartella!” disse poi, non appena si furono chiusi all’interno della toilette vuota.
 
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Shiho_Haibara
view post Posted on 3/3/2008, 22:38




CITAZIONE
Solitamente il detective di Tokyo in una situazione del genere si sarebbe comportato allo stesso modo, e la cosa gli parve un po’ strana

eheheheh...buahahahahah!!! fine momento pazzia!
ma è bellissimo!!!!!! sarà , ma io sento puzza di omicidio...
sono davvero curiosa di sapere cosa c'è sui file della famiglia miyano!!
 
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Belmot
view post Posted on 15/3/2008, 15:08




E dopo una vita mi faccio rivedere di nuovoXD Ringrazio ancora una volta Shiho_Haibara per il commento, ecco qui l'undicesimo capitolo:

11) “TRADITORI”
“Molto bene! Forza, rimetti il CD e apriamo la cartella!” disse Heiji, non appena lui e il piccolo detective di Tokyo si furono chiusi nella toilette vuota.
Conan fece come lui aveva detto, e finalmente poterono vedere i contenuti della cartella ‘Traditori’.

“Guarda, c’è una lista con tutti i nomi, sia veri che falsi!” esclamò Heiji.
“Già, ed è anche in costante aggiornamento” disse l’altro, notando che al nome del presidente Katoshi era già stato scritto ‘eliminato’.
“Mmm, sono pochi i traditori ancora in vita” disse piano il detective di Osaka.

L’altro scorse lentamente la lista.
Per la maggior parte dei nomi vi era la scritta ‘eliminato’, erano pochi coloro che non erano ancora stati uccisi.

“Guarda, c’è anche il nome della scienziata che vive dal dottor Agasa!” esclamò Heiji.
“Già...a quanto pare per fortuna non hanno ancora alcuna traccia su dove si trova...” disse Conan.
“Forse è meglio se ti segni i nomi di tutti i traditori ancora in vita, che dici?” chiese Heji.
“Si, hai ragione, potrebbero esserci utili” rispose l’altro, iniziando a scriverli sul block notes insieme ai nomi in codice di coloro che erano incaricati di trovarli.
“Ecco fatto! Non sono molti, e a differenza di Haibara e qualche altra eccezione, non è passato molto tempo da quando li hanno traditi” disse il piccolo detective quando ebbe finito.
“Già...c’è qualche nome che ti dice niente?” chiese l’altro.
“Beh, forse qualcuno si...in effetti sono nomi che a volte si sentono in TV, e dunque forse con qualche ricerca si riuscirà a risalire a qualcuno” rispose Conan.
“Già, sempre che quelli non li trovino prima di noi...comunque, ammesso che riusciremo a trovarli, che intendi fare?” chiese Heiji.
“Non ne sono ancora sicuro, ma penso che cercherò di farmi rivelare qualcosa in più sull’organizzazione o magari qualche altra password per aprire le altre cartelle” rispose l’altro detective.
“Si, capisco...allora converrà cercare i membri più in alto nella loro gerarchia...vediamo un po’. Gli unici rimasti in vita, sono Sherry, ovvero Haibara, poi un certo Ryan Crow, che a quanto pare è straniero, e infine Shuichi Akai...ma...non è l’agente dell’FBI?” chiese Heiji.
“Si, infatti...so che era un infiltrato nell’organizzazione che poi però è stato scoperto” rispose Conan.
“Davvero?! Mmm, chissà se ci può dare qualche utile informazione, e poi magari potresti chiedere qualcos’altro anche ad Haibara, io credo che non abbia detto tutto ciò che sa” disse il detective di Osaka.
“Beh, forse, ma non voglio risvegliarle brutti ricordi e forzarla se non è necessario. Per quanto riguarda Akai poi, credo che abbia già informato l’FBI su tutto quello che sa, e che se gli chiedessi qualche altra informazione potrebbe insospettirsi, e io non voglio informarlo di questo CD, o almeno non per il momento” disse il piccolo detective.
“Beh, allora dovremo andare alla ricerca di questo Ryan Crow, in effetti come nome non mi suona nuovo...” disse Heiji.
“Si, infatti...mi sembra di averlo sentito da qualche parte...” disse Conan, ma poi si interruppe non appena un grido squarciò l’aria.

“Che diavolo sta succedendo?” chiese poi.
“Non lo so, ma sarà meglio andare a controllare!” disse il piccolo detective chiudendo di scatto il portatile e precipitandosi fuori dalla toilette seguito dal detective di Osaka.

Lo spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi quando arrivarono nel luogo dal quale era provenuto il grido era agghiacciante.
Accanto a un gruppo di ragazzi, vi era il cadavere di un uomo sui vent’anni.
Con la luce dei fuochi d’artificio che erano appena iniziati, proveniente dalla finestra di una stanza adibita a noleggio personale, Conan ed Heiji poterono vederlo meglio: era uno dei 4 pattinatori!
Il decesso era stato causato quasi sicuramente dalla ferita molto profonda che aveva sulla testa.

“Forza!!! Qualcuno chiami la polizia!” gridò Heiji chinandosi piano sul cadavere per esaminarlo meglio, imitato dal detective di Tokyo.

***

“La vittima è Fuji Yamagishi, ventunenne. La morte è stata provocata da una profonda ferita alla testa inferta da una lama. Secondo l’autopsia e altre informazioni provenienti da testimoni, l’ora del decesso è da collocarsi tra le 19.00 e le 19.45. Adesso per favore, potreste dirmi chi fra di voi conosceva la vittima?” chiese l’Ispettore Megure ai presenti.
“Si, signore...Yamagishi era qui con noi, facevamo tutti parte della squadra di pattinaggio dell’università, e oggi avevamo deciso di venire qui alla pista pubblica a vedere i fuochi d’artificio” disse un ragazzo della stessa età della vittima.

Accanto a lui vi erano un altro ragazzo e un’altra ragazza della stessa età.
Sembravano tutti molto scossi dalla morte dell’amico.

“Mi sembra già di avervi visto da qualche parte...in ogni caso potreste dirmi i vostri nomi?” chiese Megure.
“Si, certamente. Mi chiamo Yoshihiko Ito, lei è Masuko Ooya, mentre lui è Misao Hijikata” disse nuovamente lo stesso ragazzo.
“Già, adesso ricordo! Vi ho visti in televisione, fate parte della squadra di pattinaggio dell’università di Tokyo che ha vinto le nazionali! Beh, comunque...sapreste dirmi dove eravate fra le 19.00 e le 19.45?” chiese nuovamente l’ispettore.
“Beh, si...io mi trovavo nel bar vicino alla pista, mi stavo prendendo un caffè, se vuole può chiederlo al barista” disse Yoshihiko.
“Io invece prima sono stata a pattinare e con me c’era anche Misao, poi verso le 19.35 sono andata alla toilette delle donne, non so se qualcuno mi può aver visto, non c’era molta gente in giro, dato che tutti erano intenti a trovare un buon posto per vedere i fuochi d’artificio” disse Masuko.
“Io sono stato con Masuko fino alle 19.35, poi sono andato alla ricerca di Yoshihiko al bar, ma non l’ho trovato fino a quando è stato ritrovato il cadavere” disse Misao.
“Mmm, d’accordo adesso verificheremo i vostri alibi, anche se da quanto avete detto fino ad ora, sembra che solo il signor Ito ne abbia uno davvero valido...Takayama, tu vai a controllare al bar, Sato, tu invece vai nel bagno delle donne e vedi se riesci trovare qualcuno che ha visto la signorina. Takagi, tu fatti dire esattamente dove è stato il signor Hijikata e chiedi in giro se c’è qualcuno che può confermare il suo alibi” disse Megure rivolgendosi ai suoi agenti.
“Si, signore!” dissero i tre e si misero al lavoro.
Conan guardò Takayama allontanarsi...c’era pure lui.

“Ehi, Ku-ehm Conan, come mai guardi quel agente?” chiese Heiji, notando il comportamento dell’amico.
“Ehm...no, niente...è che ho una strana sensazione...” disse il piccolo detective.

Già, quella era la seconda volta che lo incontrava, e fin dall’inizio aveva visto in lui qualcosa di strano e al tempo stesso familiare...gli sembrava che assomigliasse a qualcuno che aveva conosciuto in precedenza...

“Lo conosci?” chiese nuovamente il detective di Osaka.
“Si, è un nuovo agente, si è trasferito da poco, l’avevo già visto quando sono andato a testimoniare per l’omicidio di Akamoto” disse Conan.
“Mmm, capisco...comunque che intendi per strana sensazione?” chiese Heiji.
“Beh, vedi...mi sembra che abbia qualcosa di familiare e che ci sia anche qualcosa di strano nel suo comportamento, comunque sarà stata solo un’impressione...piuttosto, parlando dell’omicidio, sei arrivato anche tu alla mia stessa conclusione sull’arma del delitto?” chiese il detective di Tokyo.
“Credo di si...è stato colpito con la lama di un pattino, non è così?” rispose l’altro.
“Si, esatto! E’ possibile capirlo dal taglio alla testa, e mi sembra di capire che l’assassino lo abbia colpito alle spalle mentre era distratto” disse Conan.
“Si, credo che si siano svolti in questo modo i fatti...e penso anche che il colpevole sia uno di quei tre, dato che il luogo in cui è avvenuto l’omicidio, ovvero questa stanza, era stata noleggiata da loro, non ci sono segni di scasso e in ogni caso la vittima per aprire al suo assassino doveva conoscerlo” disse Heiji.
“Si, lo penso anch’io...” concordò il piccolo detective.
Intanto i tre agenti ritornarono dall’ispettore con le informazioni che cercavano.

“Ispettore, il barista ha confermato il fatto che il signor Ito sia stato li a prendere un caffè, anche se ha affermato di non poter essere sicuro del fatto che non si sia allontanato per una ventina di minuti proprio all’ora che ci interessa” disse l’agente Takayama.
“Per quanto riguarda la signorina Ooya, una donna dice di averla vista correre in direzione della toilette più o meno all’ora che ha affermato” disse Sato.
“Come mai stava correndo?” chiese l’ispettore Megure.
“Beh, avevo fretta...i fuochi d’artificio stavano per iniziare e come ho già detto non sempre si riesce a trovare una buona posizione per osservarli, se poi si aggiunge il fatto che a volte i fan non danno la possibilità di spostarsi liberamente...” rispose lei.
“Mmm, d’accordo...Takagi, tu cosa mi dici?” chiese l’ispettore.
“A quanto pare solo una persona afferma di aver visto il signor Hijikata in un corridoio vicino a questa stanza, anche se non molto bene dato che di lui si ricordava solo i capelli neri e il giubbotto...” rispose l’agente.
“Capisco...a quanto pare nessuno di voi tre ha un alibi inattaccabile, anche se lei, signor Hijikata, sembra essere il più sospetto...a quanto pare era anche il più vicino al luogo in cui è stata trovata la vittima, e in più è stato anche lei a trovare il cadavere” disse l’ispettore.
“E questo cosa diavolo centra? E poi come potete essere così sicuro che ad ucciderlo sia stato uno di noi tre?” chiese Hijikata.
“Vede, la vittima è stata ritrovata in una stanza affittata proprio da voi, che si trova in un corridoio poco frequentato della struttura interna accanto alla pista di ghiaccio e sembra essere stata colpita alle spalle. Per essere entrato in quella stanza, l’assassino doveva per forza o conoscere la vittima, o possedere una copia della chiave” affermò Heiji.
“Tzk, secondo me state prendendo un granchio, e mentre indagate su di noi il vero assassino del nostro amico se la sta spassando chissà dove!” esclamò ancora Hijikata, contrariato.

“In ogni caso ispettore, avete scoperto qual è l’arma del delitto?” chiese il signor Ito.
“Beh, a quanto sembra la vittima è stata colpita da una lama...” iniziò l’ispettore Megure.
“Da un pattino!” disse Conan.

“Un pattino?” chiesero sorpresi l’ispettore e i sospettati sentendo il bambino.
“Si, esatto. La ferita alla testa è causata da una lama che potrebbe corrispondere proprio a quella di un pattino” disse l’agente Takayama.
“Mmm, si, in effetti può essere...adesso non ci resta altro che trovare questo pattino...signori per favore ci potreste dire dove li avete noleggiati?” chiese l’ispettore.
“Noi facciamo parte di un club di pattinaggio, ci siamo portati i nostri pattini personali, non li abbiamo noleggiati!” esclamò Hijikata.
“Bene allora, siete pregati di mostrarceli” disse Takagi.
“Ecco, non troverete nulla!” disse ancora una volta Hijikata, mostrando i pattini agli agenti, imitato dai suoi due amici.

“Niente ispettore, non è stata trovata alcuna traccia di sangue” disse l’agente al quale gli erano stati consegnati dopo aver effettuato l’esame del luminol.
“Ha visto ispettore? Noi non siamo stati!” esclamarono i tre.
“Mmm...”.
“Io direi comunque di controllare ulteriormente. Possono comunque aver noleggiato dei pattini per utilizzarli come arma del delitto” disse Heiji.
“Già...io direi di andare a vedere al banco di noleggio dei pattini se ci sanno dire qualcosa sui tre sospetti, magari se li hanno visti...” disse Conan.
“Si, buona idea. Ci vado io, ispettore” si offrì Takayama, per poi incamminarsi.

Il piccolo detective lo seguì con lo sguardo.
All’apparenza non sembrava avere nulla di strano, ma provava comunque la sua solita strana sensazione...

“Ispettore, niente...non hanno visto nessuno dei tre al banco del noleggio” disse Takayama, una volta ritornato.
“Hai controllato bene se ci sono altri banchi di noleggio?” chiese Megure.
“Si, signore, non ce ne sono di altri, quello è l’unico” disse Sato.
“Accidenti...continuate comunque a cercare, dobbiamo trovare quest’arma del delitto!” ordinò l’ispettore.
“Si!” esclamarono gli agenti, mettendosi nuovamente al lavoro.

“Ha visto ispettore? Non ha nessuno prova reale che siamo stati noi! Ci lasci andare!” esclamarono i tre sospettati.

“Credi che quel tizio abbia mentito, vuoi andare a controllare?” chiese Heiji all’amico in disparte.
“No, non ha motivo di mentire, ma mi chiedo dove può aver preso l’arma del delitto l’assassino!” esclamò Conan, osservando alcune delle foto che erano state scattate alla vittima.

La sua attenzione fu colta da un piccolo particolare.
Su un lato del pattino c’erano segnate due lettere che assomigliavano alle iniziali di un nome.
Il piccolo detective si chinò ad osservare i suoi di pattini, e poi si voltò verso Heiji, intuendo qualcosa, e il detective di Osaka ricambiò il suo stesso sguardo.

“Forse, beh, forse è così che è andata...non ci resta che controllare!” esclamò Heiji.
“Già, forza al lavoro!” disse Conan.

***

“Si può sapere perché ci avete riunito in questa stanza?” chiese Yoshihiko qualche tempo dopo.
“Già, infatti, vorrei saperlo anche io!” esclamò Hijikata.
“Calmatevi signori, calmatevi, in realtà Heiji vorrebbe dire qualcosa” disse l’ispettore Megure.
“Heiji? Chi, quel ragazzino? Noi non abbiamo tempo da perdere qui!”esclamò Yoshihiko.
“Infatti non intendo affatto farvi perdere tempo, ma esporre la dinamica dell’omicidio e smascherare il colpevole!” disse il detective di Osaka.
“Ma fammi il piacere, un ragazzino come te dovrebbe pensare alla scuola, e non a giocare al detective!” disse Hijikata.
“Beh, signor Hijikata, credo che potrà esprimere i suoi pareri solo dopo che avrò esposto i fatti, e solo allora potrà dire se sto sbagliando o meno, giusto?” chiese Heiji.
“Tzk, fa come vuoi” rispose lui.

“Allora, come già avevamo detto, l’arma del delitto è un pattino. La vittima è stata assassinata proprio in questa stanza, mentre dava le spalle all’assassino, che dato che lo aveva fatto entrare, conosceva bene...” iniziò Heiji, ma fu interrotto.
“Non hai detto niente di nuovo, e poi ti ricordo che i nostri pattini sono a posto e al banco di noleggio non hanno visto nessuno di noi” disse Hijikata.
“Si, lo so, ma se non mi interromperà più, vi spiegherò tutto! Allora, noi abbiamo controllato al banco noleggi se non avessero visto nessuno di voi, ma non abbiamo pensato ad un’altra cosa...ovvero che forse ad aver noleggiato i pattini era stata proprio la vittima!” esclamò il detective di Osaka.
“Che cosa?!” esclamò Megure.
“E’ così ispettore, abbiamo controllato noi. Secondo l’impiegato la vittima li ha noleggiati oggi pomeriggio poco prima delle 19” disse Conan.
“Che intendete dire con questo? Spiegatevi meglio!” esclamò l’ispettore.
“Allora, guardate un po’! Queste foto ritraggono la vittima, non vi sembra di notare qualcosa?” chiese il detective di Osaka.
“Mmm, non vedo nulla” disse Megure.
“Guardi con più attenzione, ispettore! Non vede che la mano destra della vittima è come nell’atto di tenere qualcosa?” chiese Conan.
“Si, adesso che me lo hai fatto notare, si. Sempre che stia tenendo qualcosa, ma quando abbiamo ritrovato il cadavere non aveva nulla in mano” disse Megure.
“Tzk, che cosa vorresti dire con questo?” chiese Hijikata.
“Glielo spiego subito, secondo me ciò che stava tenendo la vittima erano il paio di pattini che aveva noleggiato” disse Heiji.
“Il paio di pattini che aveva noleggiato? E come puoi fare a dire una cosa del genere?” chiese Yoshihiko.
“Guardate, non notate sulla mano della vittima un taglietto che potrebbe essere causato proprio dalla lama di un pattino?” fece notare il detective di Osaka.
“Effettivamente si, ma potrebbe esserselo procurato precedentemente” disse Megure.
“E invece no, ispettore. Quel taglietto se lo è procurato proprio mentre l’assassino lo colpiva fatalmente alla testa mentre lui prendeva i pattini dalla sua borsa ed era girato di spalle” disse Heiji.
“Beh, potrebbe anche essere, ma sono solo delle supposizioni” disse Yoshihiko.

“Allora, per farvi capire meglio il tutto, credo sia ricostruire la dinamica dei fatti dall’inizio. Voi quattro siete venuti qui al parco per assistere ai fuochi d’artificio e anche per divertirvi un po’ al di fuori della vostra pista di allenamento. Siete arrivati qui piuttosto presto, verso le 16, e avete subito iniziato a pattinare. Avete continuato a pattinare e successivamente a firmare autografi fino alle 19 circa, dopodichè vi siete divisi.
La signorina Ooya e il signor Hijikata sono rimasti ancora a pattinare, mentre il signor Fuji e il signor Ito si sono allontanati. Io e il piccolo Conan li abbiamo visti avere un piccolo dialogo durante il quale il signor Ito ha chiesto al signor Fuji di lasciarlo solo mentre andava al bar e poi di incontrarsi dopo un po’ nella stanza che voi quattro avevate noleggiato” disse il detective di Osaka.
“Che cosa? Lei e il signor Fuji dovevate incontrarvi proprio in questa stanza?” chiese Megure.
“Beh, si, ma alla fine non ci siamo visti. Quando sono arrivato qui ho trovato solo voi della polizia!” disse Yoshihiko.
“Beh, in ogni caso è tutto molto sospetto” disse Takagi.
“Infatti, in ogni caso lasciatemi finire. Allora, il signor Ito si è allontanato verso il bar, come ci è stato confermato dal barista, mentre il signor Fuji è andato a noleggiare un paio di pattini, anche se aveva i propri ed erano perfettamente intatti, o mi sbaglio?” chiese Heiji.
“Beh, si, in effetti...” disse Takagi.
“Dove vuoi arrivare, ragazzino?” chiese Hijikata.
“Beh, in realtà sarei curioso di sapere come mai il signor Fuji ha noleggiato quel paio di pattini” rispose Heiji.
“Non ne ho idea, ma in ogni caso, cosa centra con l’omicidio?” chiese Yoshihiko.
“Significa che voi non sapete come mai li ha noleggiati?” chiese il detective.
“No, non lo sappiamo e adesso smettila!!!”.
“In effetti io lo so. Sono stato io a chiedergli di noleggiarli perché la lama dei miei pattini si era un po’ rovinata dopo un salto un po’ brusco...” disse Hijikata.
“Molto bene signor Hijikata...dunque adesso sappiamo perché li ha noleggiati, ma lei li ha mai avuti da lui?” chiese ancora Heiji.
“Beh, no, purtroppo quando sono andato a prenderli l’ho trovato morto. Vede, questi pattini che ho in mano sono sempre i miei, hanno anche la targhetta con il mio nome. Tutto il nostro gruppo ne ha una sui propri pattini” rispose lui.
“Si, capisco, dunque i pattini che il signor Fuji ha noleggiato sembrano spariti, dato che non ci sono più nella stanza... Signori, vi chiederei di farci rivedere i vostri pattini, per piacere” disse il detective di Osaka.
“Che cosa? I nostri pattini? E per quale motivo? Li avete già esaminati!” disse Yoshihiko.
“Beh si, ma in quell’occasione abbiamo cercato tracce di sangue, mentre stavolta cercheremo un’altra cosa” disse nuovamente il detective.
“E cosa?” chiese Megure.
“L’etichetta con il nome” disse Conan.
“L’etichetta con il nome?” chiese Takagi.
“Esatto” disse Heiji, mentre intanto l’assassino iniziava a sudare freddo.



E durante questo capitolo ecco un nuovo caso di omicidioXD Mi rendo conto del fatto che questo caso, che si chiuderà con il prossimo capitolo, non è un granché, ma non ho mai avuto molta fantasia con questo genere di cose...va beh, spero di aggiornare prima la prossima volta, bye!
 
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Shiho_Haibara
view post Posted on 15/3/2008, 23:05




che bello!!! come sempre non ho la minima idea di chi sia l'assassino, XDXD!!
e in piu sono molto curiosa di vedere cosa c'è in quel CD!!!

PS:mi sa che scrivi solo per me, XDXD!!
 
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Belmot
view post Posted on 2/4/2008, 18:49




Mi sono accorta adesso che non aggiorno da un'eternità, per cui ecco qui il 12° capitolo:


12) RYAN CROW
“Allora, potete farci vedere nuovamente i vostri pattini, per favore?” chiese Heiji.
“Eh, si, certamente” disse Masuko, imitata da Hijikata, mentre Yoshihiko rimase fermo.
“Signor Ito, la pregherei di darmi anche lei i suoi pattini” disse Takagi.
“Questa è un’assurdità, state perdendo soltanto tempo!” disse Yoshihiko.
“Signor Ito, è un ordine, ci dia i pattini” disse però Megure, prendendoli a forza dalle mani dell’uomo e esaminandoli per primo.
“Non c’è, non c’è l’etichetta con il suo nome, ma c’è un codice...” disse poi l’ispettore osservandoli.
“Già, il codice presente su tutti i pattini noleggiati! ” disse Heiji.
“Che cosa?! Ma come mai ce li hai tu?” chiese Hijikata.
“...”.
“E’ molto semplice, perché è lui il colpevole. Lui e il signor Fuji si sono incontrati in questa stanza come avevano programmato, e il signor Ito gli ha chiesto dei pattini in modo da consegnarli lui al signor Hijikata. Poi, mentre il signor Fuji si è voltato, lo ha colpito con i suoi pattini alla testa, per poi prendere quelli che il signor Fuji aveva in mano e fuggire. Infine, si è liberato dei suoi pattini e li ha sostituiti con quelli a noleggio in modo da averli se mai la polizia li avesse esaminati, non rendendosi conto però che ci saremmo potuti accorgere del codice a barre” spiegò il detective di Osaka.

“Yoshihiko...non mi dirai che sei stato davvero tu” disse Hijikata sorpreso.
“No! Come fai a dire che sono stato io? D’accordo, ho io i pattini a noleggio e non ho più i miei, ma questo non fa di me un assassino!” disse Yoshihiko.
“Mi dispiace signor Ito, ma le prove ci sono e come!” disse Heiji, tirando fuori un paio di pattini. Su uno di essi era evidente una gran quantità di sangue.

“Signori, ecco l’arma del delitto di cui si è servito il signor Ito. Su di essa vi sono le sue impronte, il suo nome e il sangue della vittima” disse il detective di Osaka.
“Che cosa? Ma dove li hai trovati, Heiji?” chiese l’ispettore Megure.
“Si trovavano nel bagno delle donne al primo piano, ispettore” disse Heiji.
“Che cosa? Ma come...” esclamò Yoshihiko sorpreso.
“Già, di questo non era al corrente neanche lei, signor Ito. A quanto pare c’è stato qualcuno che ha tentato di coprirla, non è vero signorina Ooya?” chiese il detective di Osaka.

Tutti i presenti si voltarono verso di lei che quasi per tutto il tempo era rimasta in silenzio.
“Si...è così. Ho sentito un discorso fra Yoshihiko e Yamagishi, e avevo anche intuito il piano del primo di ucciderlo. Ho cercato di fermarlo, ma quando sono arrivata era già troppo tardi. Sapevo però che Yoshihiko non sapeva, non sapeva che...alla fine ho deciso di coprirlo. Sapevo che aveva intenzione di nascondere l’arma del delitto nel bagno del bar della pista e ho capito che se l’avesse lasciati li, la polizia l’avrebbe trovata con le sue ricerche. Ma ho pensato che se li avessi messi nel bagno delle donne, anche se la polizia fosse arrivata alla conclusione che era lui il colpevole, non sarebbe riuscita a trovare l’arma e prove sufficienti ad incastrarlo. Alla fine però a causa di questo giovane detective le cose non sono andate così...” disse Masuko, il capo chino.

“Perché l’hai fatto? Perché mi hai coperto? E poi...che intendi dire che io non sapevo quel che facevo? E’ stata colpa sua quel incidente, io l’ho scoperto e glielo ho fatta pagare, meritava di morire!” disse Yoshihiko.
“No, ti sbagli...io ho cercato di aiutarti proprio per fartelo capire. Yamagishi non ha colpa di quel incidente in cui è morta tua sorella. Lui ha cercato di salvarla, ma alla fine è stata lei a buttarsi da quel ponte e suicidarsi, lui non ne ha colpa” disse Masuko.
“E come fai a dirlo? Lui ha confessato, ha confessato che era colpa sua!” disse o meglio urlò l’altro.
“Ti sbagli...lui ha affermato che era colpa sua perché si sentiva in colpa per non essere riuscito a salvarla. In realtà lui non centrava niente, e lo dimostra anche questa lettera scritta proprio da tua sorella” disse la donna, dandogli una busta.
Yoshihiko la aprì e lesse. Era la scrittura di sua sorella. Erano le sue parole in cui esprimeva la volontà di suicidarsi dopo quel brutto incidente che le aveva impedito per sempre di pattinare.

Yoshihiko iniziò a piangere, rendendosi conto di aver commesso un gravissimo errore e di aver ucciso forse l’unica persona che aveva capito fino in fondo sua sorella.
Cadde in ginocchio per la disperazione, mentre intanto la polizia lo ammanettava e attendeva qualche minuto prima di portarlo alla centrale, per poi fare lo stesso con Masuko, colpevole di averlo coperto e protetto.

“E’ finita...alla fine il colpevole è stato scoperto, anche se è successo tutto per un bruttissimo malinteso” disse Heiji.
“Già, è successo qualcosa di simile anche l’ultima volta che sono venuto qui...” disse piano Conan.
“Ehi, Heiji, Conan! Dove vi eravate cacciati? Abbiamo visto Yoshihiko Ito e Masuko Ooya portati via dalla polizia, ma cosa è successo?” chiese Ran.
“Beh,...Yoshihiko Ito ha assassinato Fuji Yagamishi” disse Heiji.
“Che cosa? State scherzando, non è vero?” chiese Sonoko.
“No, affatto” disse Conan.

“Heiji, ti ringrazio per il tuo aiuto, senza di te non ce l’avremmo fatta! Ah, Ran, Sonoko, Kazuha, ci siete anche voi!” disse l’ispettore Megure avvicinandosi.
“Ispettore, è vero ciò che ho sentito? Ovvero che...Fuji Yagamishi è stato davvero assassinato da Yoshihiko Ito?” chiese Sonoko, sul punto di scoppiare in lacrime.
“Si, è così...è stato tutto per un brutto malinteso, ma purtroppo è andata così...per fortuna che c’era Heiji, che aiutato dal piccolo Conan è riuscito a risolvere il caso” rispose l’ispettore, mentre Sonoko passava dalle lacrime ad una crisi isterica.

“E’ colpa tua nanerottolo! Ovunque tu vada succede sempre qualcosa di brutto!” disse la ragazza prendendo per la collottola Conan.
“Ehi, Sonoko, cosa mai dovrebbe centrarci Conan! E’ stato tutto un brutto incidente” disse Ran, liberando il bambino dalla grinfie dell’amica.

Mentre le due continuavano a parlottare fra loro, Conan, seguito da Heiji, si allontanò il più possibile da loro, traendo un respiro di sollievo solo quando si trovò a debita distanza.

“Uff...comincio a pensare anche io di essere perseguitato dalla sfortuna...” disse Conan quando fu solo, rattristandosi un po’.
“Non dire così, Kudo! E’ una fortuna esserci quando si svolgono questi brutti incidenti in modo da poter smascherare il colpevole! Su con il morale! Abbiamo delle importanti informazioni sull’organizzazione o sbaglio?” chiese Heiji.
“Si, hai ragione, dobbiamo cercare questo Crow...” disse Conan per poi interrompersi quando vide sopraggiungere il nuovo agente della polizia, Yasuo Takayama.

All’inizio il piccolo detective pensò che li stesse cercando, ma poi vide che non si era nemmeno accorto di loro e che si stava dirigendo dalla parte opposta rispetto alle pattuglie della polizia.

“Chissà dove sta andando...” disse Heiji vedendolo a sua volta.
“Non lo so, ma intendo scoprirlo!” disse Conan, iniziando a seguirlo tenendosi però a debita distanza.

L’agente si diresse in un vicolo vicino alla pista di pattinaggio, dopodichè prese il cellulare.
Conan e Heiji rimasero in ascolto, cercando di sentire il più possibile.

“Si, tutto a posto...No, non ho avuto molto tempo, comunque sembra che non sappiano quasi nulla di quello che è successo...Cosa? Ne sei sicuro?...D’accordo, ci andrò io domani e porterò anche mio cugino...bene, ti chiamerò non appena avrò notizie su Cognac, a presto Gin” disse Takayama, per poi chiudere la chiamata.

Heiji e Conan erano rimasti in silenzio, concentrati sulle parole dell’uomo.
Incredibile, le sensazioni che il piccolo detective aveva avuto su quel uomo si erano rivelate vere!
Aveva parlato con Gin di un certo Cognac, e a lui quel nome sembrava familiare.
Si voltò verso Heiji, che gli indicò il taccuino sul quale aveva annottato i nomi dei traditori dell’organizzazione.
Il piccolo detective lo prese in silenzio. Scorse la lista dei nomi in codice fino ad arrivare a ciò che cercava.
Cognac, ovvero Ryan Crow!

“Heiji, l’hanno trovato!” disse Conan piano.
“A quanto pare si, o comunque sono sulla buona strada. Dato però che ad essere incaricato di trovarlo è questo Takayama, forse riusciremo ad anticiparlo. Ha detto che andrà a cercarlo domani e che porterà con lui un altra persona, prima di allora dobbiamo scoprire dove si trova questo Crow!” disse Heiji.
“Si, forse ho un’idea, so che è pericoloso, ma potrei provare a piazzargli una microspia” disse il piccolo detective.
“Si, è una buona idea! Fino ad ora ha funzionato sempre, speriamo che anche questa volta sarà così” concordò l’altro.

Conan si tenne pronto, e gettò a terra una ricetrasmittente, proprio dove sapeva che Takayama sarebbe dovuto passare.
L’uomo in questione fece come il piccolo detective aveva sperato, e la ricetrasmittente si attaccò sotto la sua scarpa.

I due detective si scambiarono uno sguardo di vittoria, ma poi si accorsero che Takayama si era fermato.
Rimasero in silenzio ad osservare.
Il falso agente aveva alzato il piede sotto il quale si era attaccata la ricetrasmittente, e l’aveva trovata subito!
Si voltò, guardando proprio in direzione del luogo in cui i due detective si stavano nascondendo.
Sorrise e prese la pistola.

“Credevi forse di potermi prendere in giro come hai fatto con mio cugino? No, mio caro, io non mi faccio piazzare cimici addosso!” disse il poliziotto avvicinandosi sempre di più ai due, che rimasti in silenzio cercavano di non fare alcun rumore, anche se ormai era del tutto inutile...

“Ehi, Takayama! Che fine avevi fatto? Ti vuole l’ispettore, vuole che lo aiuti ad interrogare gli amici dell’assassino” disse una voce ad un tratto.

Takayama si voltò e rimise a posto la pistola, per poi uscire all’ombra e parlare con la persona che era sopraggiunta.

“Ah, Takagi. Scusa, mi sono allontanato senza dire nulla per rispondere ad una chiamata senza disturbarvi, comunque sto arrivando” disse.
“Mmm, d’accordo, comunque l’ispettore ti vuole subito, dunque ti pregherei di seguirmi immediatamente” disse Takagi voltandosi e andandosene.

Takayama si recò in fretta nel luogo in cui credeva si trovasse il suo ascoltatore, ma non trovò nessuno.

“Che cosa?!” esclamò piano, mentre un’espressione di disappunto si dipingeva sul suo volto.
Non aveva scelta, doveva continuare a mantenere la sua copertura, e quel babbeo con la mania di cimici ci avrebbe pensato dopo, adesso doveva andare dall’ispettore.
Si guardò ancora un attimo intorno, poi, non vedendo nessuno, raggiunse Takagi.

“Uff...l’abbiamo scampata bella!” esclamò Heiji quando furono rimasti da soli.
“Devo ricordarmi di ringraziare Takagi la prossima volta che lo vedo!” disse Conan.
“Già, infatti!” concordò l’altro.

I due infatti, mentre Takayama era impegnato a parlare con l’agente, erano riusciti a spostarsi di soppiatto e a nascondersi dietro alcune scatole che si trovavano alla fine del vicolo cieco.

“In ogni caso quel tipo si è accorto della ricetrasmittente, e molto probabilmente anche del fatto che è dello stesso tipo di quella che avevi messo addosso ad Akamoto, e questo è un problema...” disse Heiji.
“Già...per il momento però conviene pensare a questo Cognac, dobbiamo scoprire dove si trova e andarvi prima di Takayama e quel suo cugino...” disse Conan.
“Si...però domani inizia la scuola, e io dovrò tornare ad Osaka, non posso aiutarti...” disse il detective di Osaka, preoccupato.
“Sta tranquillo, riuscirò a trovarlo anche da solo, e comunque credo che chiederò aiuto ad Agasa e che gli dirò tutto” disse il piccolo detective.
“Mmm, si, credo che quel vecchietto potrebbe esserti d’aiuto, ma se per caso ti rendi conto di aver bisogno anche di me, chiamami, non importa se dovrò venire qui a Tokyo senza dire niente ai miei e a Kazuha, capito?” chiese Heiji.
“Si, sta tranquillo, sei un amico” disse Conan sorridendo e alzando il pollice della mano destra verso di lui.

Il detective di Osaka sorrise a sua volta.
“Bene, sarà meglio andare adesso, le ragazze saranno in pensiero per noi” disse poi.
“Si, andiamo” concordò Conan.

I due detective tornarono dove avevano lasciato Kazuha, Ran e Sonoko, e evitando le loro domande su dove fossero stati, andarono all’aereo-porto dove Heiji e Kazuha presero l’aereo per Osaka, e infine tornarono ognuno a casa propria.



Grazie mille Shiho_Haibara per il commento. A quanto pare scrivo davvero solo per teXD
 
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Shiho_Haibara
view post Posted on 2/4/2008, 19:29




bellissimo!!!!!
CITAZIONE
“Uff...comincio a pensare anche io di essere perseguitato dalla sfortuna...” disse Conan quando fu solo, rattristandosi un po’.

ma nooooooo!!! cosa vai a pensare!!! ma come ti vengono in mente certe cose!!!

credo che ormai conan con le cimici la debba smettere, XD!!

CITAZIONE
Grazie mille Shiho_Haibara per il commento. A quanto pare scrivo davvero solo per teXD

oh grazie!! sono commossa!!

PS: perchè non posti anche da altre parti? sono sicura che avresti successo!!
 
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Belmot
view post Posted on 16/4/2008, 13:27




13) L’APPARTAMENTO DI CROW
Il giorno dopo, Conan, dopo la scuola, andò a casa del dottor Agasa, e mentre la scienziatina era nel suo laboratorio, gli parlò del CD che Vermouth gli aveva dato.

“Che cosa?! Quella donna ti ha dato una copia del CD dell’organizzazione?” chiese Agasa, e Conan dovette pestargli il piede per fargli abbassare il tono della voce.
“Parli più piano! Non voglio che Haibara ci senta!” disse il piccolo detective.
“Che cosa? E per quale motivo?” chiese il dottore.
“E’ semplice...in quel CD c’è anche una cartella chiamata Miyano...” disse Conan piano.
“Miyano? Intendi che ci sono anche dei file sulla famiglia di Ai?” chiese Agasa.
“Si, esatto. Non ho ancora la password per aprire quella cartella, ma credo che sia proprio così, e...beh, Vermouth mi ha detto di non far vedere quel CD ad Haibara. Non so quale sia il vero motivo di ciò, ma io credo che sia valido...” disse il detective.
“E come fai a dirlo? Shinichi, quella donna è un’assassina!” disse Agasa.
“Lo so professore, ma ci ha salvato la vita e ci ha anche dato la chiave per sconfiggere l’organizzazione! Non capisce? In quel CD c’è anche la cartella con tutti i dati dell’apotoxin, e se ci ha protetto dai suoi colleghi, credo proprio che sia dalla nostra parte, o che comunque non voglia farci del male, o almeno per il momento...” disse Conan.
“Mmm, non ne sono sicuro, ma in effetti...forse hai ragione Shinichi. Comunque, mi sembrava di aver capito che hai bisogno del mio aiuto, giusto?” chiese il dottore.
“Si...professore, per caso conosce un certo Ryan Crow?” chiese il detective.

“Ryan Crow! Ma certo che lo conosco! L’ho incontrato tanto tempo fa ad un congresso e siamo anche diventati amici. E’ un famoso scienziato, specializzato in genetica. Era molto conosciuto, ma ora è da diverso tempo che non si sente più nulla di lui” disse Agasa.
“Davvero professore è uno scienziato famoso?” chiese Conan.
“Si, certo. Ha compiuto diverse scoperte molto importanti. Era davvero un genio nel suo campo, un vero peccato che sia sparito dalla circolazione. Comunque come mai vuoi sapere di lui?” chiese il professore.
“E’ semplice. Nella cartella ‘Traditori’ presente nel CD dell’organizzazione, c’è anche il suo nome fra i membri più importanti, e io credo che possa darmi degli indizi su qualche altra password di quel CD, e in più...sembra che quelli dell’organizzazione lo abbiano trovato e intendano ucciderlo. Ho sentito Takayama che ne parlava con Gin, e che diceva che sarebbe andato oggi stesso insieme ad un certo suo cugino ad ucciderlo! E’ per questo che devo fare in fretta e arrivare prima di loro!” disse Conan.
“Che cosa?! Crow e il nuovo agente sono membri dell’organizzazione!? Shinichi non puoi andare a cercarlo sapendo che sono sulle sue tracce!” disse Agasa.
“Dimentica che Crow li ha traditi, e che forse è l’unica persona che può darmi qualche indizio in più su di loro e aiutarmi a trovare le altre passwords” disse il detective.

“Non se ne parla! Stai rischiando troppo! Aspetta almeno un po’, non puoi andare oggi!” disse il dottore.
“Se non vado oggi non lo troverò mai più! Non si dimentichi che è un traditore e che faranno di tutto per ucciderlo! Forza adesso...mi dica, sa per caso se aveva una casa in questa zona, o comunque se c’è un posto che frequentava?” chiese Conan.
“No Shinichi, non ti dirò un bel niente! Non puoi, è troppo pericoloso!” disse Agasa.
“Molto bene...se non vuole aiutarmi lo scoprirò da solo!” disse il detective.
“Aspetta Shinichi! Non andare, ti prego! Stai correndo troppi rischi!” disse il professore.
“Dottor Agasa, se non vado, Crow morirà, e in più io e Haibara non avremo più la possibilità di tornare adulti e di sconfiggerli, non capisce? In quel CD ci sono tutti i dati dell’apotoxin, ma se non trovo la password per aprire quella cartella sarà tutto inutile! Non posso farmi sfuggire un’occasione del genere!!!” disse Conan.

Il dottor Agasa abbassò lo sguardo. Shinichi aveva ragione, ma era davvero troppo pericoloso!
Non voleva che succedesse qualcosa a quel suo piccolo amico, a quel ragazzo che era diventato un po’ come un figlio per lui...
Sapeva però che, o con il suo aiuto o senza, Shinichi avrebbe comunque trovato un modo per fare quel che voleva, e che se non lo aiutava, rischiava solamente di metterlo più in pericolo di quanto lo sarebbe potuto essere con le sue informazioni...
Non aveva scelta.

“E va bene Shinichi...so che Crow aveva un appartamento vicino Beika, nei pressi dell’Haido City Hotel. Quasi nessuno sapeva di ciò, dato che lo utilizzava per i suoi esperimenti e non voleva essere disturbato. Io lo sono venuto a sapere perché una volta ero suo amico...prima che iniziasse a frequentare della gente poco raccomandabile per avere finanziate le sue ricerche. Non pensavo però che fosse arrivato ad appoggiarsi ad un’organizzazione criminale” disse Agasa.
“Vede dottore...da quello che ho capito, e da quello che ci ha detto Haibara, una volta entrati nell’organizzazione è quasi impossibile riuscire ad uscirne, e dunque non mi sorprenderebbe il fatto che Crow sia stato informato di tutto solo dopo esserne entrato a far parte. Comunque la ringrazio moltissimo, mi è stato di grande aiuto!” disse Conan, ringraziando il dottore.
“Si Shinichi, non c’è problema...ma se permetti, voglio accompagnarti fino a lì, la mia auto, anche se non è molto veloce, potrebbe esserti utile se ci sarà bisogno di fuggire” disse il dottore.
“Ok, la ringrazio ancora! Io direi di andare subito comunque” disse il detective.
“Si, prendo le chiavi e dico ad Ai che stiamo andando a fare una passeggiata” disse Agasa, prima di allontanarsi nell’altra stanza.

Conan rimase fermo dov’era.
Ce l’avrebbe fatta, avrebbe trovato altre passwords per quel CD e avrebbe salvato quel Crow senza farsi scoprire dall’organizzazione, pensò, per poi uscire insieme al dottore.

“Siamo arrivati, Shinichi. L’appartamento di Crow è proprio quello all’angolo a destra” disse Agasa.
“Molto bene, può lasciarmi qui, entrerò da solo” disse Conan.
“Sei sicuro?” chiese il dottore.
“Si, sicurissimo. Se avrò bisogno d’aiuto glielo farò sapere tramite la ricetrasmittente. Adesso devo andare” disse il piccolo detective prima di uscire dall’auto.

Erano le 5 di pomeriggio e ormai iniziava a fare buio. I negozi stavano per chiudere e c’era poca gente in strada. Solo davanti all’Haido City Hotel c’era un certo movimento.
Conan avanzò sul marciapiede dandosi un paio d’occhiate intorno. Sembrava non ci fosse alcuna traccia degli uomini in nero, ma potevano benissimo essere già andati da Crow, oppure non essere ancora arrivati, o, infine, c’era anche la possibilità che lo stessero aspettando, che avessero intuito le sue intenzioni...

‘Non pensare a queste sciocchezze, Shinichi! E’ vero, quel Takayama ha trovato la tua ricetrasmittente, ma non può essere risalito a te! Solo se Vermouth ha detto loro la verità su di te può essere che ti stiano aspettando...cosa che però non è impossibile...’ pensò Conan, per poi scuotere la testa e scrollarsi quei pensieri di dosso.

Attraversò la strada e arrivò davanti all’appartamento.
Tutto sembrava tranquillo.
Gettò un’occhiata alle persone di fronte all’Haido City Hotel: non sembravano stare tenendo d’occhio l’edificio.

‘Bene, andiamo’ si disse Conan, per poi dare un’occhiata alla porta dell’appartamento.
Suonò deciso il campanello più volte ma nessuno rispose.
‘Normale, non credo che questo Crow anche se in casa sia così pazzo da aprire se non vuole farsi trovare da quegli uomini’ pensò Conan, per poi cercare di aprirla.
La serratura era chiusa a chiave come doveva essere, ma adesso toccava a lui aprirla ed entrare.
Prese tutto l’occorrente e come aveva imparato indagando contro ladri e assassini, riuscì in breve tempo ad aprirla utilizzando una forcina per capelli.
Aprì la porta e fece per entrare, quando una brutta sensazione lo assalì e gli sembrò di sentire un rumore alle sue spalle.
Gli si addrizzarono i peli sul collo, e iniziò guardarsi intorno cercando di scoprire qual era la fonte del rumore.

Vide un topolino girare l’angolo ed immergersi nel buio del vicolo che costeggiava l’appartamento di Crow.

‘Basta, devo finirla di preoccuparmi! Era solo un topo, sono solo troppo teso!’ pensò Conan, per poi entrare dentro alla casa e chiudersi la porta a chiave alle spalle, stando attento a non lasciare alcuna impronta.
Era tutto buio e sembrava non esserci nessuno. Accese la torcia del suo orologio e si guardò intorno.

Era una casa in stile occidentale.
Dall’ingresso in cui si trovava, aprì una porta alla sua sinistra.
Entrò in un gran salotto con divani di pelle nera. Un tavolino in ebano dalle gambe sottili si trovava al centro, mentre al lato destro della stanza vi era una vetrina con tante bottiglie di liquori diversi. Alle pareti vi erano attaccati diverse copie di quadri famosi, e altri raffiguranti dei corvi.
Conan continuò a guardarsi intorno. Le tende scure alle finestre erano chiuse e lasciavano filtrare solo una piccola quantità di luce, appena sufficiente a rischiarare la stanza buia.
La vetrina, il tavolo, il divano, tutto era coperto da uno strato di polvere piuttosto consistente.

Il piccolo detective uscì dal salotto ed entrò in un’altra stanza alla destra dell’ingresso.
Niente, non sembrava esserci traccia di Crow, anzi, sembrava proprio che quella casa fosse disabitata da molto tempo!

Avanzò per il corridoio e poi girò a sinistra. C’era una piccola scala a chiocciola che portava al piano inferiore.
Scese, guardandosi attentamente attorno con l’orologio torcia ed entrò in una specie di laboratorio.
Vi era una grande scrivania con sopra sparsi carte, CD e altro materiale di ogni genere.
Su un tavolo alla sua destra vi era anche una piccola gabbia con topi da laboratorio ormai morti di fame, mentre un PC spuntava da sotto i fogli della scrivania.
Anche li era tutto pieno di polvere, ma in minore quantità rispetto agli altri posti che aveva esaminato.

Il piccolo detective si avvicinò alla scrivania cercando di passare il più lontano possibile dai topi morti e guardò i fogli.
Vi erano un sacco di calcoli dei quali non riusciva proprio a capire nulla.
Sembrava essere nel laboratorio del dottor Agasa, solo che il suo era decisamente più ordinato di questo e li non trovava mai neanche una piccola traccia di polvere.
Beh, in realtà era così da quando con lui c’era anche Haibara, perché ricordava che prima di allora non ci si poteva neanche entrare!
Iniziò a prendere senza distinzione quanti più fogli poteva. Li avrebbe esaminati poi con calma, in quel momento non era il caso di perdere tempo.

Si bloccò all’improvviso. Gli sembrava di aver sentito nuovamente qualche rumore.
‘Non fare lo stupido, te lo sei solo immaginato!’ pensò il piccolo detective scuotendo la testa e rimettendosi a lavoro.

Cercò di distrarsi e mentre raccoglieva quei fogli, iniziò a pensare a Ran.
Era da un po’ di giorni che non la chiamava perché era stato stressato da quel caso e dalle scoperte che aveva fatto.
Solitamente quando passava un po’ più di tempo dalla sua ultima telefonata la vedeva preoccupata, triste, mentre in quei giorni gli era sembrata diversa.
Era come immersa nei suoi pensieri. Alcune volte sembrava come assente.
Ciononostante aveva notato la sua inquietudine, e infatti gli aveva chiesto se andava tutto bene, e lui aveva avuto il suo gran da fare per continuare a pensare all’organizzazione facendo finta che fosse tutto a posto e che era solo annoiato dal fatto che doveva ritornare a scuola.
In momenti come quello solitamente era sempre stato combattuto dalla voglia di dirle chi era veramente e allo stesso tempo dalla ragione di volerla preservare dal pericolo non dicendole nulla, ma in quei giorni si era sentito diverso.
A dire il vero era da un bel po’ di tempo che si sentiva diverso.
Non era più geloso quando Ran usciva con Sonoko, pur sapendo che quest’ultima non avrebbe perso l’occasione di uscire con l’amica per andare in cerca di ragazzi e non era stato geloso neanche quando il giorno prima Ran aveva passato gran parte del pomeriggio a guardare ammirata quei pattinatori che poi erano stati coinvolti in quella tragedia. A dire il vero si era stupito anche lui del suo stesso comportamento. Solitamente come Heiji sarebbe stato colto dalla gelosia e avrebbe criticato quei pattinatori cercando di distogliere l’attenzione di Ran da loro, ma non era stato così. Non era più così già da un po’ di tempo...
Anche l’ultima volta che l’aveva chiamata si era sentito diverso e aveva sentito delle differenze anche nel suo modo di parlargli.
Dopo averla detta, si era stupito anche lui stesso dell’ultima frase con cui l’aveva salutata:

“Mi raccomando, non cacciarti nei guai con Sonoko, e se proprio devi trovarti un ragazzo, trovatene uno intelligente e soprattutto che non ha paura dei fantasmi come te!”.
Non era stata la frase in se a stupirlo, in quanto non era la prima volta che la prendeva in giro così, ma il tono con cui l’aveva detta.
Non sapeva se lei se ne era accorta, ma mentre aveva pronunciato quelle parole dentro di se aveva sentito distintamente il suo cuore che la invitava a vivere la sua vita e a non pensare sempre a lui...

Finì di raccogliere tutti fogli e i CD sulla scrivania e di metterli nello zaino che si era portato dietro mentre pensava a questo, poi fece per dare un’occhiata al PC, quando un rumore stavolta più forte di prima lo riscosse.
‘Sarà come al solito una mia sensazione’ pensò, cercando di non farci caso, ma poi iniziò a sentire dei passi lungo la scala e poté sentire due voci familiari.

“Sei sicuro, Yasuo, che Cognac sia qui?” chiese una voce.
“Non lo so, ma in ogni caso dovremo controllare” disse l’altro.
“Ma sembra non esserci entrato nessuno da tantissimo tempo qua dentro!” disse di nuovo il primo uomo.
“Sta zitto e seguimi senza tante storie”.

I due uomini entrarono nel laboratorio e iniziarono a guardarsi intorno.
Conan intanto, che si era nascosto dietro la scrivania in un angolo, iniziò a sudare freddo riconoscendoli.
‘Takayama e Akamoto, sono proprio loro!’ pensò, cercando di farsi il più piccolo possibile e allo stesso tempo di ascoltare i discorsi dei due.

“Però, credevo che fosse più disordinato! A quanto sentivo dire nel suo laboratorio all’organizzazione c’era sempre una gran confusione” disse Akamoto.
“Tzk, forse si è portato tutti i suoi dati prima di fuggire...a quanto sembra comunque, in questo posto non c’è venuto nessuno da molto tempo” disse Takayama.
“Visto, lo dicevo io!” disse l’ingegnere.
“Sta zitto e basta! Una cosa è sicura, alcune persone lo hanno visto uscire di soppiatto da questo edificio, dunque, anche se non è più qui adesso, fino a qualche tempo fa doveva per forza esserlo!” disse l’altro, mettendosi a cercare intorno.
“Mah, non credo, qui sembra non esserci venuto più nessuno da mesi, anche se sulla scrivania c’è meno polvere che negli altri posti!” disse Akamoto facendo lo stesso.
“Zitto! Mi sembra di aver sentito un rumore!” disse il falso poliziotto, guardando negli angoli più bui con una torcia.

Conan intanto, che a causa della polvere aveva trattenuto a stento uno starnuto, iniziò a preoccuparsi seriamente. Lo stavano per scoprire!
Una ragnatela vicino al suo naso gli provocò un altro starnuto, che soffocò a fatica mettendosi entrambe le mani sulla bocca, provocando però ugualmente un piccolo rumore.
“Chi va là! Sei tu Cognac?” chiese Takayama, individuando il luogo da cui era provenuto quel rumore e illuminando la zona con la sua torcia.
Conan chiuse gli occhi.
Stavano per scoprirlo!



Ecco qui! Ti ringrazio di nuovo Shiho_Haibara, e mi dispiace per aver aggiornato così tardi, spero di poter postare prima il prossimo capitolo!

CITAZIONE
PS: perchè non posti anche da altre parti? sono sicura che avresti successo!!

Beh, non saprei, prima vorrei finire di scrivere tutta la storia^^, comunque grazie, mi rendi molto felice con queste tue parole!
 
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Shiho_Haibara
view post Posted on 16/4/2008, 20:13




Che belloooooo!!!!!!
speriamo che conan non venga scoperto...chissà, magari risalta fuori il topolino!
e poi abiamo shin che si sente strano...fufufufufu uahahahahah!!!
fine pazzia.....mmm.....forse leggo troppi manga XDXD!!!

non ti preoccupare se posti ogni tanto! vale la pena aspettare i tuoi capitoli!!
CITAZIONE
PS: perchè non posti anche da altre parti? sono sicura che avresti successo!!

Beh, non saprei, prima vorrei finire di scrivere tutta la storia^^, comunque grazie, mi rendi molto felice con queste tue parole!
[/QUOTE]
io dico la verità! ^^
 
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Belmot
view post Posted on 23/4/2008, 21:20




14) CAMBIAMENTI
Conan chiuse gli occhi, mentre Takayama stava per scoprirlo illuminandolo con una torcia.

“Ti sei sbagliato, qui non c’è nessuno, cugino” disse Akamoto, mentre il cugino illuminava tutta la stanza senza trovare nessuno.
“Tzk, forse hai ragione...andiamo, non c’è più niente da fare qui...”
“Si” disse l’altro, e i loro passi si allontanarono sempre di più.

Conan era schiacciato contro una parete. Una mano gli stava tenendo la bocca chiusa.
Tutto era buio, non si vedeva nulla, ma al detective sembrò di non essere più nel laboratorio.
La persona che era con lui lo spinse attraverso un passaggio senza lasciarlo andare, e in breve tempo il piccolo detective si rese conto di essere tornato nel laboratorio.
Cercò di accendere la torcia del suo orologio, ma senza successo, era scarica.
Cercò allora di parlare con la persona che gli aveva salvato la vita, pensando che fosse proprio Crow, ma lei fu più veloce:
“Sei stato uno stupido a venire qui da solo!” disse.

Sul volto del piccolo detective si poteva leggere tutto il suo stupore. Ma come poteva essere...?

“H...Haibara, ma cosa ci fai tu qui?!” chiese, mentre la scienziatina accendeva il suo orologio-torcia e illuminava la stanza.
“Ti ho seguito, e appena tu sei entrato in salotto, sono venuta subito qui. Io ero già venuta in questa casa, conoscevo già Crow e una volta avevo lavorato proprio qui ad alcune ricerche insieme a lui. Ero anche a conoscenza di questo passaggio segreto e dunque mi ci sono nascosta, per poter vedere ciò che facevi da li. Infine, vedendo Akamoto e quel suo cugino, ho pensato di far nascondere anche te con me, comunque...si può sapere come ti è venuto in mente di venire in un posto così pericoloso da solo?! Sei stato un incosciente, e poi mi avevi promesso che avremmo lottato contro l’organizzazione insieme, e invece tu non mi hai detto niente neanche del CD che ti ha dato quella donna!” disse Ai, arrabbiata.
“Io...vedi...” cercò di ribattere il detective, ma poi si interruppe.
“Se non ci fossi stata io tu saresti morto, Kudo-kun! Vuoi sconfiggerli o farti ammazzare?” chiese lei.
“Io...io non volevo metterti in pericolo, e per quanto riguarda quel CD...io, vedi ecco...” disse lui, ma lei lo interruppe.
“So tutto. Ho sentito il tuo discorso con Agasa. Avevo capito da stamattina che volevi dirgli qualcosa senza farmi sentire nulla, e comunque mi ero accorta quasi subito che mi stavi nascondendo qualcosa” disse.
“Haibara, Vermouth mi ha detto che...” disse Conan.
“Che importanza ha quello che ha detto quella donna? Ti prego Kudo-kun, non devi nascondermi cose così importanti!” disse Ai.
“Io...io l’ho fatto per te, Haibara...tu hai avuto una vita difficile e non volevo immischiarti in questa faccenda...” disse il detective
“Kudo-kun, io ci sono dentro ormai, e in più è colpa mia se questa cosa adesso riguarda anche te...ti prego, permettimi di aiutarti” disse però lei, guardandolo negli occhi.
“...va bene, però promettimi che in caso di pericolo tu penserai a salvare te stessa e non a me, va bene?” chiese Conan.
“Io non...”.
“Ti prego, è importante! Io ho giurato di proteggerti, non voglio andare contro la mia promessa, e soprattutto non voglio che ti succeda qualcosa, ne soffrirei troppo!” disse il detective, serio, alzando il tono di voce.
“SEI UN EGOISTA, che cosa credi? Che io sapendo di essere la causa della tua morte non ne soffrirei? io...io tengo molto a te, Kudo-kun...” disse Ai mentre il tuo tono di voce dapprima molto alto si riduceva ad un sussurro e il suo sguardo si abbassava.
“H...Haibara...” disse piano il detective mentre le sue gote si dipingevano di un lieve rossore.

Che gli stava succedendo? Di nuovo quella sensazione, quella stessa sensazione che ormai da un po’ di tempo avvertiva ogni qualvolta era con lei, e quella volta ancora di più.
Non riusciva a capire perché sentendo quelle 6 parole ad un tratto si era sentito così felice, che lui si fosse...no! Non poteva essere! Era vero, forse non amava più Ran, l’aveva capito da un po’ di tempo ormai che i suoi sentimenti verso di lei erano cambiati, che non voleva più che lo aspettasse proprio perché credeva di non amarla più, ma non poteva essersi innamorato di Haibara, lei era solo un’amica, e poi...aveva solo detto che teneva a lui, e anche lui provava un certo affetto nei suoi confronti, un affetto che si prova per le persone che ti stanno a cuore, che sono tuoi amici!
Ad un tratto un rumore li riscosse.

Qualcuno si stava avvicinando, ormai era alla fine della scala a chiocciola e loro due non se ne erano neanche accorti.
Conan prese di istinto la mano della scienziatina, mentre con l’altra mano puntava l’orologio verso la fine delle scale.
Entrambi stavano tremando.
Era troppo tardi per nascondersi nel passaggio che aveva trovato Ai.
Ormai non gli rimaneva che restare fermi in silenzio, e aspettare...

***

“Che cosa? Non lo avete trovato?”.
“No, Gin. Non c’era nessuno a casa di Cognac” disse Takayama parlando al telefono mentre lui e suo cugino stavano tornando dalla casa di Crow in macchina.
“Tzk, capisco. A quanto pare il nostro informatore deve essersi sbagliato...Comunque prima o poi lo troveremo. Da domani dirò ad alcuni nostri uomini di controllare tutta la zona, per il momento torna al tuo lavoro, e mi raccomando, non farti scoprire per nessuna ragione! Ah, manda ancora tuo cugino a casa di Vodka, ho una missione per lui, il capo mi ha appena chiamato” disse Gin, per poi chiudere la chiamata.

“Era lui?” chiese una voce.
“Si, proprio lui. Per il momento non l’ha trovato” disse Gin.
“Mmm, sai che ti dico? Ci penserò io personalmente a tenere d’occhio la casa di Cognac” disse Vermouth, entrando nella stanza in cui si trovava Gin.

Erano entrambi nella vecchia base in cui qualche giorno prima si erano incontrati con Akamoto e Takayama.

“Tu? Credevo avessi da fare e che era per questo che non ti eri infiltrata nella polizia” disse il killer.
“Si, ma ho intenzione di lasciar perdere per il momento. Mi ha appena chiamato il mio agente dagli Stati Uniti, girerò un film qui in Giappone, e precisamente nei pressi dell’Haido City Hotel, per cui alloggerò li per un po’ e allo stesso tempo potrò tenere tutto sotto controllo senza dare nell’occhio. Di sicuro Cognac fino a poco tempo fa si trovava li, e non è escluso che vi ritorni fra un po’ di tempo. Se vede dei nostri uomini girare li intorno, credo però che sarà difficile prenderlo, mentre se invece ci penso io...” disse la donna sedendosi sul divano di pelle nera.
“...non si insospettirà perché non sa che fai parte dell’organizzazione” disse Gin.
“Esatto” disse lei.
“Bene, fa come vuoi” disse lui guardando fuori dalla finestra.

“Di un po’...che missione ha affidato il capo ad Akamoto?” chiese Vermouth.
“Tzk, nessuna missione. Diciamo solo che dovevo allontanarlo dal cugino per un po’ senza insospettirlo...” disse Gin.
“Capisco, allora tocca a Vodka toglierlo di mezzo...” disse lei.
“Si, lo ha ordinato quella persona. E’ solo un peso per noi, e in ogni caso era solo questione di tempo” disse lui.
“Mmm, si , c’era da aspettarselo. Ci toccherà però non far scoprire al cugino la sua morte, altrimenti potrebbe dare qualche problemino” disse Vermouth.
“Il capo è stato chiaro su questo punto: informarlo il più tardi possibile, dargli le nostre condizioni e se non le accetta, ucciderlo” disse il killer troncando il discorso.

***

Ran era assorta nei suoi pensieri, ed anche un po’ preoccupata.
Era ormai da alcuni giorni che Conan-kun era preso da qualcosa, e aveva paura che si potesse cacciare in qualche guaio. D’altronde ultimamente non erano pochi gli incidenti che erano capitati quando c’era lui, pensò ripensando alle parole di Sonoko durante il loro ultimo caso il giorno prima. Certo, Conan-kun non centrava nulla con quegli incidenti, ma era evidente che per un bambino della sua età poteva essere un grosso trauma essere coinvolto in così tanti omicidi, anche se lui non lo dava a vedere...
Scosse la testa.

Gli aveva già chiesto se stesse bene, e lui le aveva risposto che era solo un po’ stanco e seccato dal fatto che doveva ritornare a scuola!
Sorrise ripensando allo sbuffo che il bambino aveva fatto quella mattina quando lo aveva svegliato. Già, era sempre dura tornare a scuola dopo più di una settimana di vacanze, lo era sempre stato anche per lei, ma quella mattina il suo ritorno alle sue abitudini quotidiane aveva portato anche un certo cambiamento.

***

“Salve a tutti, mi chiamo Ray Lawler e vengo dagli Stati Uniti. Mio padre è americano, mentre mia madre era italiana. Mi sono trasferito qui da solo perché mi piacerebbe molto apprendere il più possibile sulla cultura giapponese che mi ha da sempre affascinato molto” disse un ragazzo abbastanza alto e di bel aspetto, dagli occhi azzurri e i capelli castano-scuro. I suoi lineamenti erano nettamente occidentali e il suo giapponese quasi perfetto, a parte un lieve accento americano.

Nella classe secondo B del liceo Teitan si diffuse un leggero mormorio.
Le ragazze stavano guardando il nuovo arrivato con un certo interesse, mentre i ragazzi, forse un po’ gelosi, avevano iniziato a criticare il suo modo di parlare imitandolo in lievi sussurri che si scambiavano cercando di non farsi notare dall’insegnante.

Sonoko si voltò verso l’amica alla sua destra, sicura che a differenza di lei e di tutte le altre compagne, non si sarebbe affatto scomodata a guardare il nuovo arrivato nonostante fosse davvero un bel ragazzo, dato che era da sempre stata fissata con quel moccioso-detective che era sparito da non si sa quanto tempo, ma non appena vide la sua espressione dovette ricredersi.

Ran stava proprio guardando Ray intensamente, e da quello che poteva vedere anche lui stava ricambiando il suo sguardo!

“Molto bene. Ragazzi, il signor Lawler è davvero un tipo molto in gamba. Ha ottenuto ottimi risultati alla scuola americana che ha frequentato fino a qualche mese fa prima di trasferirsi qui, e ha superato il test di ammissione alla nostra scuola con il massimo dei voti. Naturalmente come vi siete già potuti accorgere, parla benissimo la nostra lingua, e dunque non ci sarà alcun problema di comprensione. Vi prego di farlo sentire a suo agio e di farlo integrare il più possibile nella classe” disse l’insegnante.
“Si” risposero gli alunni.
“Bene, signor Lawler, si può accomodare accanto alla signorina Mouri” disse la professoressa, voltandosi verso la cattedra e prendendo il registro dalla sua borsa.
“Piacere, Ran Mouri” disse Ran stringendo la mano del nuovo arrivato mentre lui si sedeva accanto a lei.
“Piacere mio” disse lui sorridendo e guardandola negli occhi.

***

Già, quel giorno nella sua classe era arrivato un nuovo studente dall’America, e cosa strana, lei per la prima volta si era sentita interessata ad un ragazzo che non era Shinichi.
In realtà non sapeva neanche lei che cosa aveva provato vedendolo. Forse le aveva fatto quel effetto solo perché era davvero un bel ragazzo, ma quando gli aveva stretto la mano, quando aveva seguito la lezione con lui al suo fianco si era sentita strana, diversa.
Prima di allora aveva provato qualcosa di simile solo mentre era con Shinichi, già, Shinichi...

Erano passati molti mesi da quando l’aveva visto l’ultima volta, da quando lui se ne era andato di nuovo. Vero, la chiamava spesso, ma non era la stessa cosa. Le mancava, si le mancava, e voleva parlargli di persona. Da un po’ di tempo si sentiva diversa, non era più sicura dei sentimenti che provava per lui, forse la distanza li aveva mutati, o forse...beh, forse le aveva solo fatto capire ciò che con lui accanto non era riuscita a comprendere prima d’allora.

Fin da piccola aveva da sempre avuto la convinzione di essere innamorata di lui, ma era vero?
Fino a poco tempo fa ne era sicura, ne aveva la certezza, ma adesso...adesso non sapeva più che pensare. Gli voleva bene, questo si, ma non pensava più incessantemente a lui come prima, non le batteva più forte il cuore ogni qual volta ne sentiva parlare oppure lo pensava. E poi c’era stata la sua ultima frase durante l’ultima telefonata che le aveva fatto.
Si era sbagliata o forse lui con quella frase voleva dirle di non aspettarlo più?
No, doveva essere una sua impressione! Quante volte Shinichi aveva scherzato così con lei? E poi lei era ancora innamorata di lui, i suoi sentimenti verso quello stupido detective non potevano essere cambiati!
‘Ma ne sono davvero sicura?’. Ecco che un’altra domanda fece capolino nella sua mente.

‘Io non so più che pensare! L’ho aspettato fino ad ora, ho sempre avuto fiducia in lui, ma adesso che mi succede? Che la lontananza abbia davvero cambiato i miei sentimenti nei suoi confronti? No, non può essere, ma non ne sono più così tanto sicura... Forse Sonoko ha ragione...forse non devo continuare ad aspettarlo non sapendo nemmeno se mai tornerà...No, io ho fiducia in lui, ma...devo vederlo, devo vederlo al più presto, non riesco più a rimanere con questo peso sul mio cuore! La prossima volta che chiamerà gli chiederò di vederlo. Si farò così, e mi farò anche spiegare il significato di quella sua strana frase. Sono sicura che era un altro dei suoi scherzi e che presto tornerà tutto di nuovo come prima! Adesso non pensiamoci più’

Mentre pensava a questo, sentì suonare il citofono. Rispose e le arrivò dall’altra parte della cornetta la voce dell’amica.
“Ehi Ran! Che aspetti? Forza, dobbiamo incontrare il nuovo arrivato per fargli visitare la città, e poi dobbiamo andare anche al cinema!” disse Sonoko entusiasta.
Era vero! Avevano proposto al nuovo ragazzo di fargli da guida per la città insieme anche agli altri compagni di classe!

“Arrivo!” rispose lei, per poi prendere il giaccone e scendere al piano inferiore.
Sarebbe andato tutto bene. Si sarebbe divertita, avrebbe conosciuto meglio il nuovo compagno di scuola e allo stesso tempo sarebbe ritornata in tempo per preparare la cena a Conan-kun e consolarlo del rientro a scuola.

***

Conan e Ai erano fermi immobili, e aspettavano il momento in cui l’uomo si fosse mostrato al loro sguardo. L’attesa era snervante, eppure si trattava di pochi secondi.
Alla fine l’uomo arrivò alla fine delle scale e puntò la sua torcia proprio contro di loro.
Il piccolo detective intanto era pronto a sparare l’ago soporifero del suo orologio.
Stava per schiacciare il pulsante quando si fermò all’improvviso, riconoscendo l’uomo.

“Ma...come?!” esclamò il detective sorpreso.
“Non può essere, ma è lei!” disse a sua volta Ai.


Ecco qui, stavolta ho postato un po' prima, anche se è passato comunque un po' di tempo^^. Beh, il topolino non è comparso, ma chissà chi è il/la nuovo/a arrivato/a... E poi, già, Shin si sente strano, chissà perchè... Grazie mille ancora Shiho_Haibara!
 
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Shiho_Haibara
view post Posted on 25/4/2008, 10:54




prego belmot!!! sono felice di leggere la tua ff, è sempre piu bella!! anzi, grazie a te che posti solo per me!!
bellissimo capitolo come sempre!!!
oh che bello!! shin si sente strano....ran si sente strana...e abbiamo anche un nuovo ragasso per lei!! adesso è tutto perfetto XDXD!!
vedia mo che succede se shin e ran si incontrano....uhuhuhuhuh!!!
 
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122 replies since 19/1/2008, 15:16   2177 views
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