E con questo capitolo scoprirete chi è il misterioso personaggioXDXDXD
04) INCONTRO INASPETTATO (1° PARTE)“Signor Akamoto, è lei!” disse Conan riconoscendo l’uomo che era appena entrato nella stanza.
“Si, ma voi ragazzi non dovreste essere qui! E’ tardi e Hiroshi sarà in pensiero per voi...” disse Akamoto, avvicinandosi ai bambini.
“Senta signore, anche lei ha un armadietto personale in questa stanza?” chiese Conan.
“Beh, si, ma non lo uso molto” rispose lui
“Forza, andiamo adesso” continuò poi.
“Mi saprebbe dire qual è?” chiese Conan.
“Suvvia, che importanza può mai avere! Ragazzi, il colpevole dell’omicidio di ieri è già stato ritrovato, non credete sia ora di smettere di giocare ai detective?” chiese nuovamente Akamoto, che ad un tratto aveva iniziato a sudare freddo.
Conan, accorgendosene, gli si avvicinò e iniziò a parlargli piano all’orecchio:
“Ma cosa va a pensare, signore, non sospettiamo di certo di lei! Sappiamo bene che la colpevole dell’omicidio è già stata arrestata ieri dalla polizia, noi eravamo presenti... E’ che stavo pensando che questa stanza è ottima per giocare a nascondino, è molto grande e ci sono diversi armadietti, è un peccato però che siano tutti chiusi con una combinazione...in realtà volevo sapere qual era il suo in modo da, dato che lei non lo usa, poterlo usare per nascondermi...vorrei tanto giocare a nascondino con gli altri questo pomeriggio!” disse con un tono il più bambinesco possibile.
“Ahahah! Oggigiorno i bambini ne pensano una più del diavolo! Comunque il mio armadietto è il numero 27, ma ti consiglio di non usarlo per nasconderti la dentro, o quantomeno se lo farai dovrai stare attento a non chiuderlo a chiave, perché poi altrimenti rischieresti di rimanere la dentro! La combinazione comunque non posso dartela, sappi comunque che fra qualche giorno me ne andrò da qui, e che quindi libererò completamente l’armadietto e lo lascerò aperto, se mai tu dovessi rimanere ancora e dovessi giocare con i tuoi amici” rispose l’uomo finalmente sollevato, facendogli l’occhiolino.
I Detective Boys guardarono sorpresi i due, promettendosi di chiedere spiegazione al loro amico, mentre invece Ai aveva già intuito il piano di Conan.
“Allora ragazzi, adesso è ora di andare! Il mio amico Hiroshi sarà preoccupato per voi non vedendovi tornare, è già quasi ora di pranzo. Su, andiamo!” disse Akamoto facendo strada ai bambini.
“Evviva, si mangia!” esclamò felice Genta, seguito dagli altri due veri bambini che al solo sentir parlare del pranzo avevano dimenticato lo strano comportamento di Conan e dell’amico del dottor Agasa.
Il mini-detective gettò un’occhiata all’armadietto numero 27 e sorrise.
Il suo piano aveva funzionato, adesso doveva solo ritornare da solo nel pomeriggio e scoprire cosa c’era all’interno, e se la sua teoria era esatta, avrebbe così trovato la soluzione al mistero dell’incendio avvenuto qualche settimana fa e forse anche dell’assassinio del giorno prima.
“Sei sicuro che sia Akamoto il colpevole e che centri qualcosa con l’incendio?” chiese Ai portandosi al suo fianco.
“Beh, fino a poco fa non ne ero sicuro, anzi, non lo sospettavo nemmeno, ma mi è sembrato strano il suo comportamento quando ci ha visti in questa stanza e ha sospettato che stessimo indagando per smascherarlo. Non ti sembra strano che una persona adulta, per quanto sia l’omicida, si preoccupi così tanto sapendo che dei bambini stiano indagando su un omicidio già risolto per cercare di trovare un altro colpevole? No, un adulto, per quanto sia colpevole, non si preoccuperebbe affatto se ad indagare contro di lui fossero dei bambini, almeno che i suddetti bambini non fossero sulla pista giusta per trovare una prova schiacciante!” disse Conan, mentre un’espressione compiaciuta gli attraversava il volto e i suoi occhi si illuminavano.
“Così pensi che questa prova che potrebbe incriminarlo si trovi proprio nel suo armadietto!” disse Ai.
“Si esatto, credo proprio di si, e dovrei avere ragione, sempre se Akamoto centra qualcosa anche con quel incendio” disse il detective sorridendo.
“E come pensi di aprirlo? Non è provvisto di una combinazione...?” chiese la scienziatina, poi si interruppe e capì ciò che aveva pensato il piccolo detective.
“Tu credi che quel numero sia...”.
“Esatto, secondo me quei tre uomini avevano scoperto le intenzioni di Akamoto, e quindi sapevano che avrebbe tentato di ucciderli. E’ possibile che Akamoto stesso li stesse ricattando e che quindi, per incastrarlo senza fargli capire di non stare più al suo gioco prima di fuggire, abbiano deciso di scrivere su quel orologio la combinazione che sarebbe servita ad aprire il suo armadietto. Quegli altri due segni, che purtroppo sono illeggibili, molto probabilmente erano o le iniziali stesse di Akamoto o il numero del suo armadietto, il numero 27. Purtroppo però quei tre non avevano preveduto l’intenzione di Akamoto di ucciderli proprio nei magazzini in cui avevano nascosto l’indizio, e dunque non hanno avuto modo di fuggire prima che l’incendio fosse stato appiccato. In ogni caso potrò avere la conferma alle mie deduzioni solo dopo aver aperto l’armadietto” disse Conan.
“Si, capisco. Intendi tornare in quella stanza dopo pranzo?” chiese Ai.
“Si” rispose lui.
“Molto bene, allora verrò anch’io e non ammetto repliche!” disse la scienziatina superandolo e non dandogli il modo di ribattere.
‘Che strano, chissà come mai ha intenzione di venire per forza...d’accordo, c’è la possibilità che sia coinvolta l’organizzazione, ma solitamente quando è così cerca di stare il più lontano possibile dal pericolo e di convincermi a fare lo stesso, e allora perché è voluta venire in questo parco e adesso vuole aiutarmi nelle indagini? E’ strano, anche l’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con loro si è comportata in un modo simile...da quel incontro con Vermouth è proprio cambiata!’ pensò Conan, sorpreso dal comportamento della scienziatina.
I Detective Boys, Conan e Ai, andarono a pranzo con il dottor Agasa, e con loro andò anche lo stesso Akamoto.
Dopo pranzo, il dottor Agasa regalò ai bambini un video gioco che aveva appena inventato e i tre Detective Boys si misero subito a giocare nella loro stanza d’hotel, mentre i due falsi bambini, approfittando del fatto, si recarono nuovamente nella stanza degli armadietti.
“Molto bene, adesso forse avremo la conferma dei miei sospetti...” disse piano Conan mentre si avvicinava all’armadietto n. 27 con l’orologio in mano.
Arrivato la davanti, digitò la sequenza di numeri scritta sull’orologio, e dopo pochi secondi di attesa, la serratura scattò.
Conan sorrise compiaciuto, mentre Ai lo guardava pensierosa.
Era molto tesa...chissà cosa avrebbero trovato la dentro!
“Molto bene, adesso non ci resta altro che guardare” disse Conan e aprì piano l’armadietto. All’interno vi erano un CD e diversi fascicoli. Il mini-detective prese per primo in mano il CD, stando attento a non lasciare impronte digitali.
Appena lo vide, Ai glielo prese di mano.
“Haibara che ti prende?” chiese Conan, guardando la scienziatina che sembrava aver riconosciuto quel CD. Era tutto nero, così come la custodia, e un po’ diverso dal normale.
“Questo CD...no, non può essere che...” sussurrò piano Ai. Sembrava come persa nei suoi pensieri.
“Haibara, non mi dire che questo è...eh?” Conan si interruppe all’improvviso, aveva sentito un rumore, qualcuno si stava avvicinando, o forse era già addirittura nella loro stessa stanza.
Chiuse l’armadietto in fretta, e presa per una mano Ai che stava ancora fissando quel CD, si nascose con lei in un angolino della stanza.
Stettero fermi in silenzio, mentre dei passi si avvicinavano.
Poi finalmente da dietro gli scaffali poterono vedere chi era ad aver fatto quei rumori.
Conan, che aveva temuto sul serio fosse qualcuno dell’organizzazione o Akamoto, trasse un respiro di sollievo, e allo stesso tempo si arrabbiò molto con i nuovi arrivati.
“Si può sapere che diavolo ci fate voi qui?” gridò contrariato. Si era spaventato sul serio!
“Piuttosto che ci fate voi qui! Perché siete venuti qui senza dirci niente?!” ribatterono i tre Detective Boys seccati.
La scienziatina intanto, che fino a un istante prima era ancora rimasta come ipnotizzata da quel CD, si riscosse dai suoi pensieri, e parve accorgersi solo allora dei nuovi arrivati e del fatto che Conan la stesse ancora tenendo per mano.
La sua mano era calda e a sentirla nella sua provò un certo sollievo dai pensieri che le avevano attraversato la mente quando aveva visto quel CD.
Era lui, era proprio il CD in cui l’organizzazione prima che fosse fuggita le aveva fatto mettere tutti i dati del farmaco sperimentale Aptx 4869.
Era li che si trovava la formula tanto cercata che avrebbe loro permesso di ritornare adulti e inoltre era molto probabile che in quel CD si trovasse anche qualcos’altro.
Già, quando lo aveva visto lei vi erano anche delle cartelle, naturalmente protette da passwords, che contenevano dei dati riguardanti l’organizzazione.
Ora, consapevole di questo, non sapeva se esserne contenta o meno.
Si voltò verso il ‘ragazzino’ accanto a lei.
Forse aveva già intuito dal suo comportamento l’importanza di quel CD...già, era molto probabile, dopotutto non era una deduzione così complicata per uno come lui.
Era quasi sicura che quando sarebbero rimasti soli avrebbe voluto subito aprirlo e controllare i dati. Certo, il CD era protetto...ma forse avrebbero potuto davvero accedervi e oltre ad avvicinarsi così al giorno in cui sarebbero potuti tornare adulti, avrebbero anche ottenuto importanti informazioni che gli sarebbero servite per sconfiggere gli uomini in nero.
Sapeva benissimo che Kudo-kun non vedeva l’ora di ritornare adulto e di affrontarli direttamente e che quindi appena ottenuto l’antidoto l’avrebbe subito assunto, ma lei?
Voleva davvero ritornare adulta?
Beh, fino a poco tempo fa si, anche lei avrebbe voluto riavere il suo corpo, ma ormai si era abituata a quella nuova vita, a vivere come una ‘normale’ bambina delle elementari, a vivere finalmente l’infanzia che le era stata tolta.
Si era ormai abituata alle buffe battute del dottor Agasa, al suo atteggiamento un po’ strano ma anche molto protettivo nei suoi confronti.
Si era abituata ai modi scherzosi e allegri dei Detective Boys, che poteva considerare dei veri amici, e si era abituata anche a lui...a Kudo-kun...
Lui, che all’inizio le aveva gridato in faccia che era solo un’assassina che non meritava alcun perdono, ma che poi le aveva dimostrato con il tempo di essersi pentito...
Lui, Kudo-kun, che all’inizio per lei non era altro che un soggetto interessante che con i suoi ideali stuzzicava la sua mente da scienziata, ma che adesso era il suo unico appoggio...
Lui, che per lei era più che un amico: era l’unico che si trovava nella sua stessa situazione e l’unico che per la prima volta le aveva promesso di proteggerla...
Lui era quel qualcuno di cui potersi fidare ciecamente, al quale affidare la propria vita, era quel qualcuno che prima d’allora non si era mai neanche sognata d’avere...
“Ehi, Haibara, stai bene? Hai una faccia strana...” disse Mitsuhiko, risvegliando Ai dai suoi pensieri.
“Io...si, sta tranquillo, sto bene...” disse piano.
Il suo viso era dipinto da un dolce sorriso.
Conan la guardò e il suo cuore iniziò a martellargli in petto.
In quei momenti non riusciva a non pensare a quanto fosse carina e dolce, e allo stesso tempo si rendeva conto di quanto fosse stata triste la sua vita...
Lei non era affatto la cinica scienziata senza sentimenti che aveva creduto essere all’inizio, no..., era solo una persona che purtroppo non aveva potuto né esprimere né provare veri sentimenti, che era stata costretta a nasconderli per poter sopravvivere.
Era una persona che aveva sofferto, ma che aveva avuto il coraggio di ribellarsi, di fuggire dagli uomini che avevano reso la sua vita un inferno.
Quel suo sorriso era così dolce, così bello, ma anche così triste...triste perché dietro di se nascondeva tutta la sofferenza che la scienziatina aveva dovuto sopportare per tutta la sua vita fino ad allora.
Guardandola si promise che l’avrebbe protetta, che l’avrebbe protetta anche a costo della propria vita e che allo stesso tempo avrebbe cercato di renderla felice, in modo da poter vedere finalmente un vero sorriso di gioia dipinto sul suo volto!
“Ehi, Conan, adesso anche tu sei rimasto imbambolato?” chiese Genta.
“Cosa?! Ah, no no...” disse Conan arrossendo, rendendosi conto di essere rimasto a fissare Ai a lungo.
“Ehi, come mai stai tenendo la mano ad Haibara?” chiese nuovamente il bambino quando si rese conto che i due erano rimasti in quella stessa posizione da quando li aveva incontrati.
“Eh? Ah!...” Conan resosi conto del fatto, e vedendo gli sguardi sorpresi dei bambini, stava quasi per lasciare la mano di Ai, quando sentì la scienziatina stringergliela più forte e mettersi a tremare.
Si voltò verso di lei, confuso, poi finalmente capì qual era la causa del suo comportamento.
“Allora Akamoto, si può sapere dove hai messo i fascicoli e il CD?” chiese una voce proveniente dal corridoio vicino, mentre i passi di tre uomini si avvicinavano.
Conan non ci mise molto a riconoscerla e strinse a sua volta più forte la mano della scienziatina.
I loro passi intanto si avvicinavano sempre di più e ormai i tre stavano quasi per entrare nella stanza in cui si trovavano i bambini.
“Ti conviene tirarli fuori in fretta Akamoto, altrimenti il prossimo che il Capo farà uccidere sarai tu!”, disse un uomo dai lunghi capelli biondi e dagli occhi di ghiaccio.
***
Ecco qua. Ringrazio Kikk@ e Shiho per il commento!
Come avete potuto leggere, il personaggio misterioso non è Vermouth e nemmeno Okiya. A questo proposito, mi sono dimenticata di dire all'inizio che questa fanfic inizia superggiù poco dopo l'episodio 'Black Impact' (425), e dunque i personaggi che nella storia di DC compaiono dopo potrebbero non esserci, o comunque essere inseriti successivamente. Il motivo è il fatto che non ho avuto il tempo di spoilerarmi molto, e dunque anche se conosco gli avvenimenti principali della trama fino a dove sono arrivati in Giappone, non conosco bene i caratteri di personaggi quali
che per questo motivo non ho ancora inserito nella fic... (Anche se forse ci sto facendo un pensierinoXD)
In ogni caso, diciamo che dal punto in cui inizia questa fic Shuichi non è morto (sempre se nella storia lo è per davveroXD)